Empoli, 7 settembre 2025 - Hanno iniziato a suonare poco dopo mezzogiorno le sirene dei mezzi di soccorso a Empoli e Vinci: il segnale che la maxi-evacuazione era ufficialmente terminata e i cittadini potevano rientrare nelle loro case. Una mattinata intensa, che ha messo a dura prova la macchina della Protezione civile, rivelatasi efficiente e pronta a gestire un’operazione complessa, fortunatamente senza particolari emergenze o fuori-programma.
Le operazioni di evacuazione dei residenti
Delle oltre 5mila persone evacuate tra i due comuni, soltanto una trentina ha usufruito dei due centri di accoglienza predisposti: a Empoli, nella scuola Busoni in via Sanzio 157 (che ha accolto una trentina di persone tra anziani e famiglie con bambini), e a Vinci, nel palazzetto 'Falcone e Borsellino'.
La grande maggioranza dei cittadini si è organizzata in autonomia, approfittando dell’uscita forzata per una gita fuori porta o per sistemarsi da parenti e amici fuori dalla zona rossa. "L’evacuazione l’abbiamo preparata nei dettagli – sottolinea il sindaco di Empoli, Alessio Mantellassi – ma gli empolesi ci hanno facilitato molto il lavoro, dimostrando collaborazione e spirito di adattamento. Le operazioni sono iniziate all’alba e poco dopo le nove l’area rossa era completamente sgombera, ad eccezione delle forze dell’ordine impegnate nei servizi anti-sciacallaggio. Tutto è andato come previsto dal programma”.
Le persone fragili – non autosufficienti o con disabilità – erano già state trasferite nei giorni scorsi dalla Società della Salute in strutture adeguate. In totale sono state circa 60 le persone assistite tra quelle che hanno avuto l'obbligo di lasciare le proprie abitazioni. Mentre forze dell’ordine e volontari gestivano l’evacuazione e la messa in sicurezza dell’area, i militari del Genio Ferrovieri intervenivano sull’ordigno bellico rinvenuto nel cantiere del nuovo Teatro Il Ferruccio, in piazza Guido Guerra.
Dal disinnesco all’esplosione
La bomba, del peso di circa 250 chili (la metà composta da tritolo), è stata disinnescata sul posto da un team di sei militari e successivamente trasportata con un camion fino a Calenzano. Qui è stata fatta brillare in una cava tramite utilizzo di esplosivo plastico, all’interno di una cavità profonda quattro metri. Prima del disinnesco, l’Esercito aveva realizzato attorno all’ordigno una struttura di contenimento in cemento, che ha consentito di ridurre il raggio di evacuazione a 468 metri. Senza questa protezione, l’area da sgomberare sarebbe stata almeno doppia, con il coinvolgimento di un numero molto più alto di cittadini.
“Grazie ai volontari”
Anche il sindaco di Vinci, Daniele Vanni, ha espresso soddisfazione per l’esito delle operazioni: "Un grazie a tutti i volontari e alle forze impegnate: l’evacuazione si è svolta nel migliore dei modi. Eravamo pronti ad accogliere molte più persone fragili nella nostra palestra, ma alla fine solo tre cittadini hanno avuto bisogno di noi. Meglio così: la macchina organizzativa ha comunque dimostrato di saper rispondere a ogni esigenza”. La bomba è stata poi trasferita a bordo di un mezzo speciale dell'Esercito e scortata dall'ambulanza del Corpo militare Croce Rossa Italiana fino alla cava Vangi di Calenzano dove è stata fatta esplodere, in sicurezza, poco prima delle 14 di oggi, 7 settembre.