REDAZIONE EMPOLI

Il Padule e il futuro: "Un habitat da curare con criteri scientifici"

La lettera delle associazioni ambientali ai candidati alla Regione

Una suggestiva immagine dle Padule, area di grande valore naturalistico a livello nazionale

Una suggestiva immagine dle Padule, area di grande valore naturalistico a livello nazionale

Il Padule di Fucecchio è una zona umida di elevato valore naturalistico, inserita fra le aree strategiche per la tutela della biodiversità a livello europeo e prossima ad essere inclusa nella lista Ramsar delle zone umide di importanza internazionale. In quanto tale, la gestione dei suoi habitat deve avvenire sulla base di rigorosi criteri tecnico scientifici.

Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Wwf e Amici del Padule di Fucecchio per la Biodiversità scrivono ai candidati al consiglio regionale Bernard Dika (Pd), Riccardo Trallori (Pd), Lorenzo Vignali (FdI) e Fabio Calugi (FdI). Obiettivo: richiamare l’attenzione della politica su questioni aperte e importanti. A partire da quella del canneto a Phragmites australis che "costituisce un habitat in declino a livello europeo e di cruciale importanza per numerose specie di uccelli, fra cui alcune in forte diminuzione".

"Per effetto di un taglio estensivo di canneto nell’area Righetti, effettuato nel 2020, sono scomparse le ultime coppie nidificanti di Salciaiola, un passeriforme del canneto incluso fra le specie in pericolo nella “red list” degli uccelli nidificanti in Italia, di cui esistevano in Toscana due sole popolazioni riproduttive (Lago di Massaciuccoli e Padule di Fucecchio) – si legge –. In tale caso l’intervento, considerato evidentemente per qualche motivo “utile”, determinò un grave danno ambientale, e fu effettuato, probabilmente per ignoranza, nonostante che questo piccolo uccello rappresentasse uno degli obiettivi di conservazione più importanti in quel settore della Riserva Naturale".

"Anche le argomentazioni relative a criteri di sicurezza idraulica appaiono molto spesso strumentali – lamentano le associazioni – finalizzate di fatto a rimuovere le norme che la regione Toscana ha inserito in un disciplinare tecnico di intervento recentemente approvato, volto ad evitare che lo sfalcio periodico delle sponde, e più in generale della vegetazione palustre, si trasformi ogni volta in un azzeramento delle comunità di piante ed animali che vi si trovano". Obiettivo: chiede l’impegno al ripristino degli ecosistemi e alla loro tutela".