MARIO FERRARI
Cronaca

“Resistenti al clima e senza condizionatori”, ecco le case del futuro

Materiali naturali, aria che circola liberamente e consumi vicini allo zero. Luca Lanini: “Serve progettazione intelligente, non solo tecnologia”

Luca Lanini, professore di progettazione architettonica urbana

Luca Lanini, professore di progettazione architettonica urbana

Pisa, 10 luglio 2025 – “Dobbiamo smettere di pensare che basti un condizionatore per risolvere tutto. Il futuro dell’abitare è fatto di intelligenza progettuale, materiali giusti e una nuova consapevolezza climatica”. Sono questi i consigli di Luca Lanini, professore ordinario di progettazione architettonica urbana Dipartimento di Ingegneria dell’Energia e delle Costruzioni dell’Università di Pisa, per la realizzazione delle case di domani. Strutture che, oltre a garantire spazi abitativi sufficienti, possano resistere meglio ai cambiamenti climatici: dagli eventi estremi invernali fino al caldo torrido estivo. “La risposta termica alla crisi climatica esiste, serve solo il coraggio di applicarla”.

Professor Lanini, quali saranno le linee guida per le case del futuro?

“Dipende se si parla di nuove costruzioni o di recupero dell’esistente. Nel primo caso possiamo fare molto: progettazione bioclimatica, materiali innovativi, orientamento studiato. Ma il vero problema riguarda gli edifici costruiti nel secondo dopoguerra, quando il petrolio costava poco e non ci si preoccupava del surriscaldamento o dell’efficienza ambientale. E parliamo di circa il 50% del patrimonio immobiliare italiano che deve essere adeguato”.

Quanto può costare?

“Intorno ai 1.000-1.500 euro al metro quadro, solo per interventi di base. Però si tratta di lavori che prima o poi saranno necessari”.

Come si realizzeranno queste abitazioni sostenibili?

“Con materiali naturali e riciclabili come i pannelli in canapa, ottimi per l’isolamento termo-acustico, o il fibrocemento alleggerito, resistente e durevole. Sono soluzioni che riducono l’impatto ambientale e migliorano il microclima interno. Il problema è dove applicarli senza rubare spazio abitabile o scontrarsi con vincoli architettonici e paesaggistici”

Può farci immaginare le case del futuro?

“Immaginiamola come un concentrato di innovazione e accorgimenti. Le camere da letto esposte a nord-est, così da evitare il sole diretto al mattino e alla sera; le facciate saranno protette da logge o frangisole, evitando la luce diretta contro le finestre. L’aria circolerà liberamente grazie a una ventilazione incrociata e senza ostacoli. Le pareti avranno pannelli isolanti sostenibili, i tetti saranno ricoperti da lastre fotovoltaiche. Il fabbisogno energetico sarà prossimo allo zero e non ci sarà bisogno di tenere l’aria condizionata accesa tutto il giorno”.

E ci saranno anche benefici sulla salute?

“Assolutamente. Basti pensare che oggi a causa dell’umidità e delle precipitazioni sempre più violente le muffe proliferano e provocano allergie, disturbi respiratori, batteri. Poi va fatto un discorso sulla qualità dell’aria interna, che peggiora con le escursioni termiche. Per non parlare dei costi sia nel portafoglio sia per l’ambiente: ogni condizionatore acceso emette calore fuori, peggiorando l’isola di calore urbana. Il legislatore si sta muovendo, ma serve un cambiamento di mentalità”.

In che senso?

“Che non possiamo aspettarci, con 40 gradi all’esterno, di avere 22 gradi in casa a luglio. Serve una nuova educazione al microclima domestico che non consideri comfort il fresco spinto a qualsiasi costo. A 27 gradi, se la casa è ben progettata e arieggiata, si vive benissimo”.