YLENIA CECCHETTI
Cronaca

Gli orrori della guerra: "Il dolore vissuto nei lager come una ferita eterna"

Nella giornata degli Internati nei campi di concentramento nazisti l’omaggio a Pio Capriotti e Laro Covati. Il ricordo della famiglia

Nella giornata degli Internati nei campi di concentramento nazisti l’omaggio a Pio Capriotti e Laro Covati. Il ricordo della famiglia.

Nella giornata degli Internati nei campi di concentramento nazisti l’omaggio a Pio Capriotti e Laro Covati. Il ricordo della famiglia.

Certaldo, 21 settembre 2025 – Erano poco più che ventenni, catapultati dentro una guerra che li avrebbe segnati per sempre. Da una parte Pio Capriotti, dall’altra Laro Covati. Non si conobbero mai in Germania, nei campi di prigionia nazisti, ma le loro strade si sarebbero incrociate anni dopo, a Certaldo, grazie all’amore nato tra i loro figli, Franco e Tiziana.

E oggi, a distanza di ottant’anni, un destino comune li lega ancora: due Medaglie d’onore, consegnate ai familiari nella cerimonia organizzata a Firenze dalla Prefettura, in occasione della prima celebrazione della Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento nazisti.

"Davvero emozionante – racconta Tiziana Covati –. Per noi e per i nostri cari che hanno subìto tante ingiustizie". La richiesta è partita proprio da lei: da insegnante di lingua e letteratura tedesca, Tiziana ha sempre celebrato con gli studenti il giorno della Memoria il 27 gennaio.

"Mi rendevo conto ogni volta che i ragazzi sugli internati militari non sapevano nulla. Ho cominciato a raccontare di mio padre e di mio suocero, raccogliendo le carte, ordinando lettere e documenti. Ho presentato la domanda alla commissione senza alcuna speranza".

Poi, la chiamata: richiesta accolta per entrambi. "Ho pianto al telefono con la segretaria del prefetto – continua con commozione Tiziana Covati –. Sono orgogliosa che il Parlamento abbia approvato questa giornata".

Una soddisfazione al quadrato, come doppia è la sofferenza subìta.

Non ne ha mai fatto parola in famiglia Covati: matricola n. 254781, nato a Poggibonsi nel 1922, Laro era caporal maggiore del Comando fanteria divisione Piemonte. Prese parte alla campagna di guerra in Grecia, prima a Patrasso, poi a Corinto dove fu catturato dalle truppe nazionalsocialiste il 9 settembre 1943 a seguito dell’armistizio. Internato nello Stammlager IV A di Hohnstein, restò nei campi di concentramento fino all’8 maggio 1945. Lì lavorava e scriveva. Erano versi ribelli i suoi, come li aveva intitolati nella carta scolorita dal tempo. Poesie e preghiera della sera. È morto nel 1982 a soli 60 anni.

Pio Capriotti, del 1923 e originario di Ripatransone, venne trasferito alla Braunkohle Benzin A.G., dove dal 1943 al 1945 fu costretto a spaccare pietre nelle miniere. "Quando tornò a casa – ricorda la nuora – era emaciato, ridotto alla fame. I prigionieri raccoglievano da terra persino gli scarti delle patate. Un suo compagno venne fucilato davanti a lui, proprio per aver raccolto una buccia". Pio morì nel 2003, a ottant’anni.

Due destini paralleli, due cicatrici uguali ma diverse. "Mio padre – dice Tiziana – non parlava mai della prigionia, era un tabù. Con mio suocero invece ci siamo confrontati di più. Ma entrambi hanno portato dentro di sé ferite profonde. Il silenzio era un modo per proteggere chi li amava". E ieri, stringendo quelle medaglie, i familiari hanno sentito il cerchio chiudersi. "Le abbiamo guardate a lungo: i nomi al centro, circondati da un filo spinato spezzato. Come a dire che, finalmente, i nostri padri hanno raggiunto la libertà. Le ho sistemate in libreria, insieme alle lettere che custodisco. Ora questa storia ha un capitolo in più: il riconoscimento dello Stato a due vite piegate dalla guerra, ma mai spezzate nalla dignità".

Ylenia Cecchetti