MARILENA CHITI
Cronaca

Vetrina sulla nostra Storia in centro. La Nazione, articoli e testimonianze

Per tre mesi la collaborazione con il Museo della deportazione di Figline e Aned-Associazione dei deportati

Per tre mesi sulle pagine del nostro giornale abbiamo raccontato le storie dei. pratesi che furono deportati nei campi di concentramento

Per tre mesi sulle pagine del nostro giornale abbiamo raccontato le storie dei. pratesi che furono deportati nei campi di concentramento

Per tre mesi sulle pagine del giornale abbiamo raccontato di quei pratesi che nel marzo del 1944 furono deportati nei campi di concentramento ad Ebensee e Mathausen. A dare voce alla loro storia, in collaborazione con il Museo della deportazione di Figline e Aned- Associazione dei deportati, sono stati i familiari, travolti da un dolore che ha segnato le loro vite. In tanti hanno risposto all’ invito che abbiamo rivolto ai familiari dei deportati. Per far conoscere, per non dimenticare. Abbiamo raccolto interviste e foto. Ora, in occasione del mese dedicato alla Liberazione di Prato, quelle pagine sono esposte nelle vetrine dell’Urp di Comune e provincia di Prato, in Corso Mazzoni. E ci resteranno fino a domenica 28 settembre. Testimonianze che parlano alla mente e al cuore. Furono 152 gli uomini che subirono la durissima rappresaglia nazifascista dopo lo sciopero organizzato dagli operai nelle fabbriche contro la guerra e il regime. Prelevati dal luogo di lavoro, dalle abitazioni, rastrellati per strada. Giovani e meno giovani furono sottratti agli affetti, in una vera e propria caccia all’uomo. Passeggiando nel centro cittadino, una sosta davanti alle vetrine Urp, ci racconta la storia di alcuni di quelli che non sono tornati: il saluto di Diego Biagini al figlio Giancarlo di tredici anni che non lo vide mai più; Renzo Ponzecchi nella memoria del nipote che porta con orgoglio il suo stesso nome; gli operai di Campi Bisenzio e Capalle che lavoravano nelle fabbriche di Prato; Bruno Tesi, il ragazzino che stava andando a comprare le medicine per il padre malato nel dolcissimo ricordo della cugina Dunia Sardi. Mario Nanni, catturato all’età di 18 anni: l’omonimo nipote assieme alla sua famiglia, è riuscito a far rientrare le spoglie da Mauthausen. Il biglietto lanciato dal treno diretto in Germania da Gino Bartoletti in un saluto alla famiglia raccolto e custodito dalla sorella, ritrovato dal nipote Giuseppe Fioravanti. Antonio Cecchi portato via di notte dalla sua abitazione, sotto gli occhi del figlio Giuliano. E c’è anche la fatica di farsi ascoltare in alcuni dei 18 sopravvissuti, come Valter Bruno Consorti che riuscì dopo tanti anni a parlare dei giorni del lager al figlio Bruno; Bruno Paoli per voce della figlia Paola; il soldato Luigi Saccenti nelle parole del figlio Roberto; l’adolescente Marcello Martini che ha scritto tutto il suo orrore in un libro. Pezzi di vita. Ricordi che diventano un messaggio. Di dolore e di coraggio.

E tra le recenti iniziative di Aned anche la formazione delle giovani generazioni: durante la presentazione delle squadre del Asd Paperino San Giorgio è stata consegnata una targa ricordo al capitano della squadra che ha disputato la partita ribattezzata ‘Un gol per la memoria’ durante il viaggio 2025 a Ebensee.

Marilena Chiti