ANDREA CIAPPI
Cronaca

Dopo la tragedia sfiorata: "Quell’incrocio è letale. Serve intervento urgente"

La richiesta d’aiuto dai residenti e dai commercianti di via Amendola-Fucini. Il racconto choc: "Ho soccorso io il ragazzo in monopattino, è stato terribile".

I soccorsi sul. luogo dell’incidente di luglio tra un 34enne in monopattino e un furgoncino all’incrocio tra via Fucini e viale Amendola (Tommaso Gasperini/ FotoGermogli)

I soccorsi sul. luogo dell’incidente di luglio tra un 34enne in monopattino e un furgoncino all’incrocio tra via Fucini e viale Amendola (Tommaso Gasperini/ FotoGermogli)

di Andrea Ciappi

Un pericoloso ’incidentificio’. Ecco che cosa è diventato, da anni, l’incrocio tra via Amendola e via Fucini nel centro di Empoli. Dopo l’incidente in cui è rimasto gravemente ferito a metà luglio un giovane di 34 anni su monopattino – fortunatamente uscito dal coma dopo un paio di giorni, con enorme sospiro di sollievo – ce ne sono stati altri due. "Tre in un mese – spiega Silvia Granchi che lavora nei pressi dello snodo e che è stata tra i soccorritori del trentaquattrenne –: qui intorno di incidenti ce ne sono stati una marea nel corso degli anni. Questo incrocio è troppo pericoloso. è urgente trovare una soluzione e velocemente". Rallentatori, semafori? "Qualcosa dovrà essere fatto. Nei giorni scorsi, due giovani che attraversavano a piedi si sono salvati per miracolo; un’auto, invece, si è scontrata con un furgone e se la donna se l’è cavata è soltanto grazie all’airbag. E poi un altro scontro…".

Troppo rischioso. La stessa Granchi, facendosi portavoce della preoccupazione di residenti e commercianti, non riesce a dimenticare la tragedia sfiorata del 34enne in monopattino. "Con un altro ragazzo, che evidentemente aveva esperienza come soccorritore – ricorda la donna –, ci siamo presi cura del giovane che versava in condizioni drammatiche, nell’attesa dell’arrivo dell’ambulanza. Io gli tenevo le gambe perché era privo di sensi, aveva continui spasmi, mentre l’altro coraggiosamente gli teneva ferma la testa da cui perdeva copiosamente sangue. Il suo intervento è stato ammirevole. Non so come si chiami, ma vorrei ringraziarlo e far arrivare anche i miei auguri al ferito ’miracolato’".

Ma non si può sempre sperare nella fortuna. Gli incidenti in quel tratto sono numerosi e sempre piuttosto gravi. "In quello dei giorni scorsi, la signora alla guida dell’utilitaria è stata soccorsa immediatamente da un’ambulanza di passaggio – insiste Granchi –: credo fosse scioccata a causa dell’urto e dello scoppio dell’airbag, ma camminava. Sempre a quell’incrocio due ragazzi si sono salvati per un soffio". Cosa deve succedere ancora perché si ponga rimedio a questa situazione? "Una mia ex collega che ha lavorato per quasi venti anni qui nei pressi, mi ha confermato la pericolosità dell’incrocio, consigliandomi di non parcheggiare mai la macchina qui vicino", conclude amareggiata chiedendo a nome di tutti un rapido intervento di messa in sicurezza. Perché questo ’incidentificio’ va fermato prima che sia troppo tardi: i miracoli sono tali perché purtroppo non si ripetono spesso.