GIOVANNI FIORENTINO
Cronaca

Crisi Pegaso, il vertice in Municipio. Sindacati e politica con i lavoratori: "Ogni azione per salvare l’azienda"

Dopo il tavolo di lunedì in Regione, ieri l’assemblea con le istituzioni per fare il punto della situazione

La platea ieri all’assemblea in Comune. In basso, il Qr code con l’intervista video a una dei 43 dipendenti che rischiano il posto (Gasperini/ Germogli)

La platea ieri all’assemblea in Comune. In basso, il Qr code con l’intervista video a una dei 43 dipendenti che rischiano il posto (Gasperini/ Germogli)

C’è un’azienda che ha attivato la procedura di liquidazione giudiziale. Ma ci sono soprattutto 43 lavoratori, ancora in attesa della corresponsione dello stipendio dello scorso mese, che temono per il proprio futuro. È con queste premesse drammatiche che ieri mattina in Comune si è svolto l’incontro tra i rappresentanti sindacali Cgil e Cisl ed i lavoratori della conceria Pegaso di Ponte a Cappiano che, con lo spettro della chiusura definitiva della ditta che appare ormai alla stregua di una certezza, rimarranno senza un’occupazione. "Abbiamo informato i lavoratori dell’andamento dell’incontro in Regione, illustrando le richieste fatte alla curatela e sostenute anche dalle istituzioni regionali e locali, di perlustrare ogni possibilità di continuità produttiva – hanno fatto sapere i sindacalisti – e in alternativa di valutare l’utilizzo di tutti gli strumenti di sostegno al reddito possibili. Istituzioni e sindacati si sono già attivati al fine di programmare un incontro tecnico nel più breve tempo possibile per riuscire a trovare una soluzione che possa aiutare i lavoratori che oggi versano in grande difficoltà".

Un incontro che ha fatto seguito al tavolo svoltosi in Regione con l’Unità di crisi lo scorso lunedì, nel corso del quale l’assessora regionale Alessandra Nardini ha chiesto al curatore la disponibilità a valutare la possibilità di attivare la cassa integrazione per cessazione, così da dare un primo sostentamento ai dipendenti attualmente senza stipendio, in vista di misure di politiche attive del lavoro da parte della Regione. Da parte del liquidatore c’è stata un’apertura sull’attivazione dell’ammortizzatore sociale, ma il percorso appare ancora lungo. I sindacati hanno inoltre puntato il dito contro la proprietà. "Ci era stato presentato un quadro critico per la forte situazione debitoria e la possibilità di arrivare alla chiusura dell’attività, senza una indicazione puntuale su quale percorso l’azienda volesse intraprendere – hanno proseguito Cgil e Cisl – l’unico elemento certo in quel momento era la presenza di una Cigo fino al 10 agosto e l’intento di utilizzare poi le ferie fino alla fine del mese di agosto. L’azienda si era impegnata ad aggiornarci tempestivamente sulle decisioni in merito alle misure che sarebbero state adottate. Disattendendo gli impegni assunti e senza alcuna informativa al sindacato, ha attivato la procedura di liquidazione con il mancato pagamento degli stipendi di luglio dei 43 dipendenti – hanno aggiunto i sindacati – come Filctem-Cgil Firenze, Femca-Cisl Toscana, Cgil Firenze e Cisl Firenze-Prato, oltre a stigmatizzare l’atteggiamento dell’azienda, si è chiesto al curatore nominato e alle istituzioni presenti al tavolo l’adozione di tutte le iniziative necessarie per garantire l’impegno a ricercare ogni possibile soluzione che possa portare alla prosecuzione dell’attività sul territorio, anche attraverso la cessione dell’attività stessa ad altri soggetti. E parallelamente l’utilizzo di tutti gli strumenti disponibili per assicurare la possibile continuità di reddito alle famiglie coinvolte nella vicenda".

All’incontro era presente anche la sindaca Emma Donnini, che ha messo a disposizione la sala del Comune ribadendo vicinanza ai lavoratori. Solidarietà espressa anche dai consiglieri di Fratelli d’Italia. Tra i dipendenti, amarezza, delusione e rabbia i sentimenti prevalenti. "Non abbiamo riscosso lo stipendio del mese di luglio e non riscuoteremo nemmeno i prossimi. Stando a quanto ci è stato prospettato, difficilmente ci arriverà un acconto prima del prossimo dicembre. Rimarremo insomma senza stipendio, ma con affitti e bollette da pagare – ha dichiarato Giuseppa Marcadini, una delle dipendenti della Pegaso – in trentasei anni di lavoro, non avevo mai assistito ad una scena del genere: resto allibita, è una vergogna. Cosa chiediamo? Che le istituzioni ci aiutino a ricollocarci e ad affrontare le spese".

Giovanni Fiorentino