IRENE PUCCIONI
Cronaca

È morto il giornalista Franco Polidori: "Una voce autorevole del territorio"

Occhiali abbassati sul naso, penna in mano e una pila di giornali sotto al braccio. Nel suo studio chino a...

Franco Polidori aveva 70 anni

Franco Polidori aveva 70 anni

Occhiali abbassati sul naso, penna in mano e una pila di giornali sotto al braccio. Nel suo studio chino a scrivere. E silenzio assoluto. "Guai a disturbarlo: quando scriveva, scriveva e basta". Come ricorda la famiglia nell’annunciarne la scomparsa, è stato giornalista per tutta la vita, Franco Polidori. Fin da giovanissimo, senza mai smettere. Neppure quando è arrivata la malattia. Si è spento ieri, a 70 anni da poco compiuti, nella sua casa di Fucecchio.

"Dinamico, curioso e con una visione ampia dei fatti - l’amico e collega Fabrizio Mandorlini ne traccia il ricordo - fin da ragazzo Franco è stato protagonista delle prime trasmissioni televisive a Rtmv e radiofoniche a Radioquattro. Corrispondente per quarant’anni per il quotidiano Il Tirreno, presidente per molti anni di Arga Toscana, ha collegato la Toscana all’Italia con arguzia, intelligenza e dinamismo". Tra i ruoli ricoperti, quello di presidente della Fiera del Libro Toscano; Polidori aveva pubblicato anche tanti volumi di successo.

Dal cuore "pinocchino", come amava definirsi per le origini di San Miniato Basso, si era diviso tra il paese natale e la città di Indro Montanelli, dove aveva conosciuto e poi sposato la moglie Maura e cresciuto i figli Caterina e Michele. "La passione per la cronaca era nata con lui - è il figlio Michele a parlare -. Fin da piccolo, babbo aveva la curiosità di sapere cosa si dicesse in paese". E così si era trovato a occuparsi di sport e di politica, corrispondente di punta per la cronaca locale e "inviato sempre in prima linea, come quando fu mandato sul disastro dell’aereo militare schiantatosi sul Monte Serra negli anni ’70. Tante vittime, fu il primo ad arrivare sulla scena" ricorda la famiglia.

Voce autorevole per l’Empolese e il Comprensorio del Cuoio, ha seguito per anni, tra le tante, la Folgore Pallavolo e i Lupi di Santa Croce. "Ma più che altro gli interessavano le storie della gente". A marzo scorso il premio dall’Ordine dei giornalisti della Toscana per i 40 anni di attività. Un traguardo importante, per un professionista di grande esperienza. Di recente però era tornato al suo primo amore. Dal lattaio Corsino a Giovannino "sul suo Vespino Piaggio rosso fuoco", era alle storie di paese che si stava dedicando. Stava lavorando ad un nuovo progetto per Fucecchio e San Miniato.

"Interviste ai vecchi abitanti, che portavano i soprannomi di paese. Ne aveva raccolte più di 300, le ultime volontà erano di farci un libro. Doveva uscire a Natale, uscirà comunque, postumo - dicono i figli -. Sarà il regalo più grande che possa lasciare alla comunità che tanto lo ha amato e che per così tanto tempo ha raccontato". I funerali domani alle 10 nella Collegiata di Fuecchio.

Ylenia Cecchetti