YLENIA CECCHETTI
Cronaca

Controllo delle acque. Rete Zero Pfas Toscana ha verificato lo stato di quelle di superficie

Sono stati prelevati cinque campioni in prossimità di depuratori, aree industriali e siti di stoccaggio rifiuti. Le analisi non mostrano picchi allarmanti, ma neppure assenza di contaminazione.

Sono stati prelevati cinque campioni in prossimità di depuratori, aree industriali e siti di stoccaggio rifiuti. Le analisi non mostrano picchi allarmanti, ma neppure assenza di contaminazione.

Sono stati prelevati cinque campioni in prossimità di depuratori, aree industriali e siti di stoccaggio rifiuti. Le analisi non mostrano picchi allarmanti, ma neppure assenza di contaminazione.

Inquinanti eterni? Anche nei nostri fiumi. Tracce di Pfas, sostanze chimiche considerate tra le più persistenti e pericolose, sono state rilevate anche nelle acque di superficie dell’Empolese Valdelsa. Alcune di queste possono restare nell’ambiente per centinaia di anni. A lanciare l’allarme è la Rete Zero Pfas Toscana – di cui fa parte anche il comitato locale Trasparenza per Empoli – che ha promosso tra aprile e maggio una campagna indipendente di monitoraggio ambientale, con campionamenti in torrenti, laghi e fiumi di tutta la Regione. I risultati parlano chiaro: neppure il nostro territorio è immune.

"La politica nazionale e le istituzioni regionali – denunciano i promotori – sembrano ancora indugiare sulla reale presenza di Pfas nelle nostre acque e nei nostri alimenti. Per questo ci siamo attivati, autofinanziandoci e affidandoci a un laboratorio accreditato, lo stesso utilizzato da Greenpeace". I Pfas (sostanze perfluoroalchiliche) sono composti usati in numerosi processi industriali e in molti oggetti di uso quotidiano. Il problema? Una volta dispersi, non si degradano facilmente: contaminano l’ambiente, gli animali, gli alimenti. "Agiscono sul sistema immunitario, aumentano il rischio di alcuni tumori, provocano alterazioni endocrine", denunciano le associazioni. In Italia non esiste ancora una legge che ne vieti la produzione o l’uso. La normativa europea fissa dei limiti per l’acqua potabile – 100 nanogrammi/litro per la somma di 20 Pfas, 20 ng/l per i 4 più pericolosi – ma entreranno in vigore solo da gennaio 2026. Per le acque superficiali, invece, nessun limite è attualmente previsto, anche se rappresentano una fonte primaria di contaminazione ambientale e alimentare. Nel nostro territorio sono stati prelevati cinque campioni in prossimità di depuratori, aree industriali e siti di stoccaggio rifiuti. Le analisi non mostrano picchi allarmanti, ma neppure assenza di contaminazione, come sottolinea Patrizia Pretto, microbiologa ambientale e attivista della Rete. "Parliamo di sostanze che non dovrebbero esserci. Anche in percentuali basse, sono molecole tossiche. L’Empolese non ha la maglia nera a livello regionale, ma serve monitoraggio. L’unica via è incentivare ricerca e filiere produttive libere da Pfas".

Il valore più alto nella campionatura si registra vicino a un’area di stoccaggio rifiuti a Molin Nuovo: 116,8 ng/l come somma di 24 Pfas, cui si aggiungono 70,4 ng/l di Tfa (una molecola anch’essa persistente e tossica), per un totale che — secondo la letteratura scientifica — dovrebbe già far riflettere. Seguono i prelievi in prossimità del depuratore di Pagnana (44,2 ng/l) e quelli vicino alla discarica di Montespertoli (30,5 ng/l). Nell’area del depuratore di Sovigliana di Vinci le rilevazioni riportano a 12,6 ng/l, mentre nella zona del Rio Streda vicino all’area industriale di Mercatale il dato è di 9,8 ng/l. "Su 47 campioni analizzati, solo due sono risultati completamente esenti da Pfas - sottolinea l’attivista Clara Gonnelli - . Il nostro obiettivo è chiedere trasparenza alle istituzioni e sollecitare controlli. Chiediamo alla Regione se è stato avviato uno studio sui cicli produttivi industriali. Non è una questione di responsabilità dei singoli sindaci, ma non possiamo far finta di nulla". La stessa Rete Zero Pfas Toscana sottolinea che l’indagine non è statisticamente significativa, ma utile a fotografare la situazione. Situazione che appare poco rassicurante.

Ylenia Cecchetti