
Presentato nei giorni scorsi il rapporto Bankitalia sull'economia toscana
Firenze, 16 giugno 2025 – Le prospettive dell’economia toscana per l'anno in corso sono caratterizzate da forte incertezza. L'elevata apertura internazionale rappresenta un fattore di rischio, poiché espone direttamente le imprese esportatrici – e con esse migliaia di lavoratori – ai cambiamenti nelle politiche commerciali dei Paesi partner. È quanto evidenzia l’ultimo rapporto di Banca d’Italia sull’economia regionale. Il riferimento è, in particolare, ai nuovi dazi annunciati dagli Stati Uniti, che potrebbero avere effetti significativi sull’export toscano, considerato che il mercato americano è la prima destinazione per le merci della regione.
Dopo il rimbalzo seguito alla pandemia, la domanda estera non è più riuscita da sola a sostenere la crescita. Eppure nel 2024 le esportazioni toscane a prezzi correnti sono aumentate del 13,6%, molto più del dato nazionale (-0,4%) e di quello del Centro Italia (+4%). In termini reali (a prezzi costanti) l’aumento è stato dell’11,3%, trainato soprattutto dai settori della gioielleria, farmaceutica, macchinari, metalli e alimentare. In sofferenza, invece, la moda e in particolare la pelletteria. A crescere maggiormente sono stati i flussi verso mercati extra-Ue, come Turchia, Stati Uniti e Regno Unito. Proprio il mercato turco ha assorbito gran parte dell’export di oreficeria.
Ma l’economia toscana – ricorda Bankitalia – è anche molto esposta ai rischi internazionali: la quota di export sul valore aggiunto regionale è del 45,7%, contro una media nazionale del 33,3%. In Toscana operano più di 16mila imprese esportatrici, ma l’attività è fortemente concentrata: l’1% delle aziende genera due terzi del totale esportato, mentre quasi il 9% vende un solo prodotto in un solo Paese, generando meno dell’1% del valore complessivo. In altre parole, una piccola parte delle imprese tiene in piedi la bilancia commerciale, con livelli di esposizione fortemente variabili.
Secondo il rapporto, i prodotti più esposti al rischio dazi Usa, sulla base dei volumi esportati negli ultimi tre anni, sono: medicinali, bevande, prodotti alimentari, minerali lavorati e macchinari. Alcuni territori potrebbero essere più colpiti di altri. Sistemi locali come Montalcino e Castagneto Carducci, fortemente specializzati nel settore vitivinicolo, hanno infatti un’elevata incidenza di addetti impiegati in imprese che destinano oltre il 10% dei propri ricavi agli Stati Uniti.
A sostenere l’innovazione e la competitività in Toscana ha contribuito la crescente presenza di gruppi internazionali, con sedi locali che portano in dote produttività e investimenti. Anche il sistema universitario toscano si distingue per un tasso di brevettazione superiore alla media nazionale, con ricadute anche sulle startup innovative.
Proprio queste ultime, inizialmente meno redditizie e produttive, mostrano una forte crescita nel tempo: entro il sesto anno di vita azzerano i gap rispetto alle imprese tradizionali in termini di bilancio e occupazione. L’incidenza delle startup sul totale della popolazione imprenditoriale resta però ancora contenuta in Toscana rispetto ad altre regioni italiane.