Firenze, 11 giugno 2025 – Nata nel 1920 in via del Gignoro a Firenze con la missione di “fabbricare lapis”, oggi è presente in oltre 150 Paesi nel mondo e conta più di 3mila dipendenti, 32 filiali e 22 stabilimenti produttivi. Fila, acronimo di Fabbrica italiana lapis e affini, resta però fortemente ancorata alle sue radici toscane. La multinazionale dell’espressione creativa ha uno dei suoi due stabilimenti italiani a Rufina, in località Scopeti, dove 119 dipendenti, di cui il 40% donne, lavorano per progettare e produrre pennarelli, strumenti di scrittura e paste per modellare, oltre allo stesso inchiostro utilizzato e al materiale per confezionare i prodotti (secchielli, scatole di cartone, e così via). Ogni anno partono fino a 9mila tonnellate di paste per modellare (di cui l’80% è il celebre Das) e oltre 400 milioni tra pennarelli, evidenziatori e penne per raggiungere tutto il mondo.
Quest'anno sono stati investiti oltre 2 milioni di euro per potenziare le linee produttive del Das e per una nuova linea di produzione che porterà sul mercato (probabilmente nel 2026) un nuovo evidenziatore. Altri 3,5 milioni saranno impiegati per rifare il tetto e installare un impianto fotovoltaico in grado di coprire il 30% del fabbisogno energetico dello stabilimento.

«Il business di mio nonno partiva da Firenze e arrivava in Sicilia. Quello di mio padre andava da Milano alla Sicilia. Il nostro oggi va da Shanghai a San Francisco. Ma noi siamo e resteremo italiani», racconta Massimo Candela, amministratore delegato del gruppo, che ha guidato la crescita internazionale della società, fondata da un gruppo di nobili imprenditori fiorentini nel 1920, il giorno, 24 giugno, in cui si festeggia il patrono della città, San Giovanni.
Oggi Fila, acquisizione dopo acquisizione, è tra i principali player mondiali nel settore della creatività, con due “core business”: il mondo della scuola e quello delle belle arti. I marchi Giotto, Tratto, Didò, Pongo, Das, Maimeri, Lyra, Canson, Princeton e molti altri fanno parte di un portfolio che copre tutta la filiera espressiva: matite, penne, pennarelli, colori, pennelli, blocchi da disegno, paste modellabili. «Noi non vendiamo semplici prodotti – spiega Piero Frova, global marketing director – ma strumenti per esprimere se stessi, materia prima per la creatività».

Dal 1994 il gruppo ha investito oltre 700 milioni di euro in acquisizioni strategiche in tutto il mondo, consolidando la propria presenza negli Stati Uniti, Francia, Regno Unito, India, Messico e Germania. Nel 2024 i ricavi sono stat di 612,6 milioni di euro, con risultati in crescita e l’obiettivo di rafforzare le politiche di sostenibilità.
Lo stabilimento toscano, certificato Iso 14001:2015, fa parte integrante della transizione ecologica del gruppo, che punta a materiali bio-based, processi meno impattanti ed un nuovo impegno educativo: oltre alla produzione, Fila. promuove in Italia e all’estero progetti culturali e formativi per diffondere il valore dell’espressione creativa come strumento accessibile a tutti. Anche per il prossimo anno scolastico partiranno i progetti con i docenti, che nel 2024/2025 hanno coinvolto 5mila scuole.
Il caso Das: storia e industria

Fra le icone della casa toscana, il Das è uno dei prodotti più rappresentativi. La celebre pasta modellabile nasce dall’intuizione del poeta, scrittore, antiquario e ceramista Dario Sala, che al Das ha dato il nome e che nel 1955 ne registra il brevetto a Milano. Nel 1963 inizia la produzione industriale con Adica Pongo, oggi parte del gruppo Fila. All’inizio, la produzione era artigianale: servivano 16 persone per confezionare appena sei panetti al minuto. per “sfornare” solo sei panetti al minuto. Il prodotto finale era messo in confezioni sottovuoto perché il problema di questa pasta era che con l’esposizione all’aria si seccava ed era impossibile rimodellarla. Poi, grazie al grande successo del prodotto si decise di studiare un nuovo impianto completamente automatizzato che riusciva, con il controllo di sole quattro persone, a produrre 22 panetti da chilo e 36 da mezzo chilo al minuto. Solo così si riuscì a soddisfare la richiesta delle scuole ma anche degli adulti che volevano cimentarsi in una creatività tridimensionale. Oggi il Das è uno dei prodotti più venduti da Fila nel mondo, insieme ai pennarelli Turbo Color Giotto.
TrattoPen: la penna-pennarello made in Toscana compie 50 anni
Nato da un’intuizione degli anni Settanta, TrattoPen è uno dei fiori all’occhiello dell’industria creativa toscana. Tutto parte da un viaggio in Giappone dell’allora amministratore delegato Alberto Candela, che scopre una nuova tecnologia di punta sintetica: un sistema a microscopici spicchi che permetteva all'inchiostro di fluire senza interruzioni, proprio come un pennino tradizionale, ma senza il rischio di sgocciolare o macchiare. Lanciato sul mercato nel 1975, TrattoPen, che ha compiuto così il mezzo secolo, è ancora interamente realizzato nello stabilimento di Rufina, simbolo di una Toscana che innova e lascia il segno nel mondo.