
Per la Toscana "crescita debole"
Firenze, 9 giugno 2025 – Per la Toscana, a livello economico, la fotografia non è delle migliori. Nel 2024 il Pil regionale è cresciuto dello 0,6%, ed è una "crescita debole, con ritmi inferiori a quelli del Paese", dove l'aumento è stato dello 0,7%: lo ha detto Vito Barone, direttore della sede di Firenze della Banca d'Italia, presentando oggi il rapporto sull'economia regionale. Nel 2024 l'occupazione regionale è aumentata (+2,5%), e la quasi totalità dell'aumento ha riguardato contratti a tempo indeterminato; circa i due terzi delle attivazioni nette si è concentrato nei servizi e in particolare nei settori del commercio, dei trasporti e dell'alloggio e ristorazione. Le retribuzioni hanno accelerato per effetto dei rinnovi contrattuali, anche se la dinamica in regione continuerebbe ad essere inferiore a quella del Paese. Il reddito delle famiglie toscane è quindi tornato a crescere in termini reali (+1,2%), grazie al calo dell'inflazione. Il potere di acquisto delle famiglie rimane comunque ancora al di sotto dei livelli del 2019.
La congiuntura industriale nel 2024, si legge nel rapporto, è “rimasta debole. Sulla dinamica del settore ha continuato a gravare la crisi della moda, come evidenziato dai peggiori andamenti dell’attività complessiva nelle aree in cui questo comparto ha una presenza più rilevante. In base ai risultati dell’indagine della Banca d’Italia il fatturato ha ristagnato, risultando in crescita per le imprese di maggiori dimensioni e in calo per quelle più piccole. L’accumulazione di capitale è diminuita; quasi la metà delle aziende ha fatto interventi per migliorare l’efficienza energetica (una quota simile al resto del Paese), solo un terzo circa ha effettuato investimenti in tecnologie avanzate (una percentuale inferiore alla media italiana). Quest’ultima evidenza si associa anche a un ritardo più generale nell’integrazione digitale delle imprese toscane. Le esportazioni hanno mostrato una crescita significativa, che però è risultata concentrata essenzialmente nei comparti della gioielleria e della farmaceutica”.
"Dopo la pandemia - ha spiegato Barone - i tassi di crescita dell'economia toscana sono inferiori a quelli della media nazionale italiana. I fattori, ovviamente, sono legati alla stagnazione dell'industria, trainata in basso dalla crisi della moda, e da ragioni anche di carattere strutturale, soprattutto per la difficoltà che ha la regione di innovare". Infatti, ha sottolineato Barone, la Toscana "è una regione in cui i centri universitari producono ricerca, producono brevetti, ma questa stessa innovazione non si trasferisce o non la ritroviamo nell'industria, quindi nel settore del tessuto produttivo della Toscana. Quello che manca in Toscana, tra l'altro, sono servizi ad elevata tecnologia".