
Poste
Firenze, 28 maggio 2025 – Disagi in vista negli uffici postali. Per martedì 3 giugno, giorno di ritiro delle pensioni, Cgil e Uil hanno proclamato uno sciopero nazionale, che avrà ripercussioni anche in Toscana.
A seguito del novo piano di riorganizzazione di Poste, nella regione –hanno spiegato in una conferenza stampa Slc Cgil e UilPoste Toscana – mancheranno 160 operatori di sportello, entro il 2026 saranno tagliate 210 zone di recapito, il che aprirà la porta a “numerosi esuberi” tra i portalettere, e i corrieri dovranno lavorare tre ore in più alla settimana come flessibilità obbligatoria.
“I recenti accordi aziendali – hanno sottolineato i sindacati – confermano una strategia che punta ad aumentare il valore dell’impresa tagliando sui costi del lavoro. Nella divisione sportelleria e ramo finanziario si registra una grave carenza di personale per garantire l’apertura degli uffici postali, con continui spostamenti degli operatori, sportelli chiusi e migliaia di ore di straordinari all’anno”. E questo accade in un’azienda “che negli ultimi otto anni ha aumentato i ricavi e gli utili, ha ristretto l’organico stabilizzato, ha accresciuto l’organico precario, ha abbassato il costo del lavoro”.
Le carenze di organico agli sportelli
Secondo i dati diffusi dai sindacati, sui 900 uffici postali che si trovano nella regione, mancano all’appello, in base alle dimensioni e all’attività dell’ufficio, almeno 160 operatori. Nel prossimo concorso interno saranno però disponibili solo 14 posti in tutta la Toscana, di cui cinque a Firenze, due a Pistoia e due a Prato ed uno ciascuno a Arezzo, Grosseto, Lucca, Massa Carrara e Pisa.
“Numeri assolutamente insufficienti a garantire la piena operatività degli uffici e la qualità del servizio per cittadine e cittadini”, dicono Slc Cgil Toscana e UilPoste Toscana.
Dal 2026 rischio esuberi tra i postini
Sempre secondo quanto riportato da Cgil e Uil, in Toscana è previsto entro il 2026 il taglio di 210 zone di recapito e ciò “aprirà la porta a numerosi esuberi tra i portalettere”. I tagli inizieranno già quest’anno, a partire dalla provincia di Lucca, quindi Pistoia e Pisa. Dal 2026 i tagli interesseranno le altre province. La riorganizzazione, hanno spiegato i sindacati, “si basa su una presunta riduzione del 49% dei volumi della corrispondenza, un dato in netto contrasto con quelli ufficiali dell’Agcom, che stimano un calo tra il 19% e il 21% riferito al periodo 2019-2023”. Inoltre, “non sono considerati l’aumento della consegna pacchi, le nuove lavorazioni, come per esempio cartelle esattoriali, consegna Sim e referti medici e l’introduzione di nuovi prodotti e servizi”.
Logistica, più carico di lavoro per i corrieri
Per quanto riguarda la logistica, Slc Cgil e UilPoste hanno evidenziato che “gli interventi sugli spazi immobiliari dei corrieri risultano inadeguati, e non sono stati definiti né il chilometraggio complessivo né una reale flessibilità oraria”. Inoltre, con il nuovo piano di Poste “i corrieri dovranno lavorare tre ore in più settimanalmente come flessibilità obbligatoria".
“Non sosterremo mai una riorganizzazione che non tiene conto dei carichi di lavoro attuali e che non punta a migliorare il servizio. Anzi, porta un peggioramento delle condizioni lavorative e un ulteriore arretramento del presidio del territorio, a cui si aggiunge una ancora non del tutto scongiurata ulteriore trance di privatizzazione che lo Stato ha preventivato e non ancora ufficialmente escluso. Difendiamo il lavoro e i diritti di lavoratrici e lavoratori, e con lo sciopero del 3 giugno faremo sentire forte la nostra voce. Basta tagli – è la conclusione delle due sigle sindacali – nell’interesse di lavoratori e utenti: servono investimenti e assunzioni”.
La replica di Poste
Pronta la replica dell’azienda. “Poste Italiane informa che in Toscana non sta operando alcun taglio del servizio pubblico né riduzione di organico. È in corso una rimodulazione organizzativa che tiene conto delle mutate esigenze del mercato che vedono una forte crescita del volume dei pacchi e un sensibile calo della corrispondenza tradizionale oltre a un’implementazione dei servizi offerti negli uffici postali attraverso il progetto Polis. L’azienda precisa inoltre che sono in corso i tavoli con le parti sociali per poter garantire la migliore organizzazione del lavoro e continuare ad offrire un servizio di qualità ai cittadini e alle imprese, rafforzando anche le politiche di stabilizzazione del lavoro precario già efficacemente messe in campo sul territorio”.