REDAZIONE ECONOMIA

Toscana seconda in Italia per acquisti a rate, allarme della Cisl

Lucca, Pistoia e Siena le città in cui si registra la crescita maggiore. “Serve un credito più responsabile e attenzione dalle istituzioni per evitare nuove fragilità sociali”

Cropped shot of a young businesswoman looking stressed out while working in an office

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Firenze, 14 luglio 2025 – In Toscana si compra sempre di più… a rate. E spesso lo fanno anche persone già esposte con altri prestiti o in età avanzata. Un fenomeno in crescita costante che, se da un lato riflette nuove abitudini di consumo, dall’altro solleva non poche preoccupazioni per le possibili conseguenze sociali. 

La nostra è la seconda regione in Italia per aumento del credito al consumo. Secondo i dati della Fondazione Fiba, aggiornati al 31 marzo 2025, i prestiti rateali richiesti dai cittadini toscani sono cresciuti dell’1,4% rispetto a tre mesi prima, raggiungendo un valore complessivo di 11,95 miliardi di euro. Un incremento significativo, che vede in testa le province di Lucca, Pistoia e Siena e che solleva più di una preoccupazione sul fronte del sovraindebitamento, in particolare tra gli anziani e le persone che già hanno finanziamenti in corso.

A lanciare l’allarme è Marco Lenzini, segretario generale della First-Cisl Toscana, il sindacato dei lavoratori bancari e assicurativi: “In Toscana continuano a crescere gli acquisti a rate, con ritmi tra i più alti d’Italia. Sempre più spesso coinvolgono persone già affidate e anziani. Un dato che non può essere ignorato e che richiede l’attenzione delle istituzioni, perché il rischio di una vera e propria criticità sociale è concreto”.

Il quadro regionale

Dal 2016 la First-Cisl, attraverso la Fondazione Fiba, analizza trimestralmente i dati del credito al consumo. La tendenza nazionale è di crescita costante, ma il ritmo toscano è tra i più sostenuti. Un trend confermato anche da Bankitalia, che ha rilevato come nel 2024 sia aumentato il ricorso ai prestiti da parte delle famiglie, non solo per la ripresa dei mutui, ma soprattutto per gli acquisti a rate.

“Ciò che preoccupa maggiormente – prosegue Lenzini – è l’aumento della quota di credito al consumo tra la clientela già affidata e tra i cittadini più anziani. In una società con un’età media sempre più alta, questo può generare situazioni di disagio, esclusione sociale e vera e propria emarginazione”.

La First-Cisl non punta il dito contro il credito al consumo in sé, ma chiede una riflessione più ampia sulla sua gestione. “Non vogliamo demonizzare questa tipologia di concessione – chiarisce Lenzini – ma lanciare un alert: è necessario evitare che i più fragili, come pensionati o famiglie già in difficoltà, restino schiacciati da debiti che non riescono più a sostenere”.

Il sindacato invita le banche ad adottare un approccio più attento e su misura: “Serve un credito sartoriale, costruito in base alle reali esigenze delle persone e con istruttorie attente e consapevoli. Il sistema bancario deve riscoprire il proprio ruolo sociale, come previsto dalla Costituzione, e garantire prossimità e tutela del risparmio”.

“Siamo un sindacato confederale – conclude Lenzini – quindi attenti sia ai lavoratori del settore sia agli impatti sociali di questi fenomeni. Per questo riteniamo che anche le istituzioni dovrebbero approfondire i dati e valutare con serietà le conseguenze future. Il sovraindebitamento non è solo un problema economico, ma un possibile detonatore di nuove fragilità sociali”.