MONICA PIERACCINI
Economia

Inflazione, quanto costa la pausa pranzo. I rincari sono alle stelle

Federconsumatori: “Con la fine dello smart working prezzi su dell'8% rispetto al 2019”

Pausa pranzo al bar? Di media costa 15 euro

Firenze, 19 ottobre 2023 – Ridotto ai minimi termini lo smart working, la stragrande maggioranza dei lavoratori è tornata in ufficio, anche in Toscana. Se l'azienda non ha la mensa o non dispone di una saletta in cui mangiare il pasto portato da casa, l'unica possibilità è uscire e fare la pausa pranzo al bar o alla tavola calda. Un break che serve anche per staccare, ma che sta diventando proibitivo. Secondo l'indagine dell'osservatorio nazionale di Federconsumatori, il prezzo medio da sostenere è di quasi 15 euro per un piatto di pasta, dolce, acqua e caffè.

Se li moltiplichiamo per classici 20 giorni lavorativi (quattro settimane, dal lunedì al venerdì), fanno quasi 298 euro al mese e oltre 359 euro al mese per chi lavora invece dal lunedì al sabato. Rispetto al periodo pre-pandemia, quindi rispetto al 2019, il costo della pausa pranzo è aumentato di media dell'8% e il caffè più di tutti nel menù preso in considerazione: +9%, in quanto passato da 1,10 a 1,20 euro. Ma se si guarda al 2001, quando la pausa pasto costava sui 5 euro e mezzo, l'aumento è di ben il 169%.

Il mezzo litro di acqua, ad esempio, costava 52 centesimi nel 2001, 1,85 euro nel 2019 e ora si arriva a 1,99 euro. Non va meglio per il piatto di pasta: è passato dai 2,32 euro del 2001 ai 6,70 del 2019 e agli attuali 7,20 euro. Oggi per il dolce si spendono in pausa pranzo 4,50 euro, contro i 2,07 euro del 2001 e i 4,20 euro del 2019. Il caffè? Nel 2001 costava solo 62 centesimi, oggi 1,20 euro.

La soluzione? Portarsi il pasto da casa

Secondo i calcoli di Federconsumatori, se, anziché andare al bar o alla tavola calda, si porta il pranzo da casa si risparmia il 74% sullo stesso menù. Acqua, caffè, un piatto di pasta e un dolce si preparano spendendo mediamente 3,90 euro. Attenzione, però, fa presente l'associazione dei consumatori. Anche nei supermercati e nei negozi di alimentari si trovano piatti pronti monoporzione, insalate pronte da mangiare, affettati monodose, che fanno sì risparmiare rispetto al pranzo consumato al bar, ma che sono aumentati notevolmente rispetto al 2019: in media del +10%.