
Operai in una foto di repertorio. L'Osservatorio della Cna fornisce una mappa della pressione fiscale sulle imprese toscane (foto d’archivio)
Firenze, 12 settembre 2025 - Lavorare quasi duecento giorni l’anno senza guadagnare un euro per sé stessi, ma solo per il fisco. È quanto accade alle imprese fiorentine, che nel 2024 hanno lavorato fino al 17 luglio per pagare tasse e contributi, con un peso della pressione fiscale che arriva al 54,4% del reddito. Significa che più di metà dei guadagni prodotti restano allo Stato, alla Regione e al Comune.
Secondo i dati dell’Osservatorio sul fisco di CNA, presentati a Roma nell’ambito della settima edizione di “Comune che vai fisco che trovi”, Firenze si colloca tra i capoluoghi di regione con la tassazione più elevata. Peggio fanno soltanto Bologna, dove il Total Tax Rate tocca quota 56%, e Napoli, ferma al 54,9%. In media, a livello nazionale, la pressione fiscale sulle imprese è del 52,3%, con un tax free day – cioè la data in cui si smette di lavorare per il fisco e si inizia a produrre per sé e la propria famiglia – che cade il 9 luglio.
A Firenze la fotografia è impietosa: il 34,2% del reddito se ne va tra imposte erariali e contributi IVS (Invalidità, Vecchiaia e Superstiti), lo 0,9% tra tasse regionali e il 19,3% nelle casse del Comune. Una combinazione di tributi locali elevati e valori catastali molto alti che penalizza fortemente artigiani e commercianti.
Un peso enorme, anche se con qualche spiraglio: la pressione fiscale, infatti, è in lieve calo rispetto al passato, con una riduzione dello 0,5% rispetto al 2023 e addirittura del 7,9% se confrontata con il 2019. Un miglioramento troppo lento, però, per incidere davvero sulla competitività delle imprese.
“L’analisi dell’osservatorio evidenzia un lieve calo della pressione fiscale sulle imprese, ma resta chiaro che la forte tassazione continua a essere tra i principali ostacoli allo sviluppo – spiega Francesco Amerighi, presidente di Cna Firenze Metropolitana –. È necessario un sistema tributario più snello, semplice ed equo, capace di favorire la competitività delle aziende. La proroga concessa per la riforma fiscale dovrebbe essere l’occasione per attuare l’equiparazione delle detrazioni indipendentemente dalla natura del reddito e la separazione della tassazione tra ciò che viene distribuito e ciò che viene destinato ai consumi personali”.
Per Lorenzo Cei, direttore generale dell’associazione, “il livello di tassazione è la questione principale, ma il fisco è anche complicato. La riforma va nella giusta direzione ma occorre completare il progetto nella sua interezza e assicurare poi stabilità all’impianto normativo, evitando modifiche continue che producono forte incertezza”.
Per la Toscana il total tax rate minore è quello di Arezzo con il 49,8% e il nono posto nazionale, il primo giorno, libero da tasse è il 30 giugno, è seguita da Massa al 27 posto con un TTR del 50,9% e il giorno tax free fissato al 4 luglio, sfogliando ancora la classifica troviamo Siena al 29° Posto con il 51% e primo giorno tax free il 5 luglio, segue Grosseto 41^ (51,4-6 luglio), Prato 42^ (51,4-6 luglio), Lucca 52^ (51,8-8 luglio), Pisa 58^ (52%-8 luglio), Pistoia 63^ (52,2-9 luglio), Carrara 81^ (52,9-12 luglio). Al 97° posto troviamo il capoluogo della nostra regione, Firenze con un TTR del 54,4% e dove si termina di lavorare per il ‘fisco’ il 17 luglio, peggio fa solo Livorno al quart’ultimo posto nazionale (110^ posizione) con il primo giorno ‘libero’ il 23 luglio e un TTR al 56,1%.
“La nostra regione ricalca fedelmente la situazione nazionale, esiste una forte disparità tra le province nel livello di tassazione – afferma Luca Tonini Presidente di CNA Toscana – tra Arezzo e Livorno ci sono quasi tre settimane di differenza per il tax free day. Questo significa che un imprenditore è più o
meno penalizzato a seconda della provincia dove ha la sede, questo non è più accettabile”.