REDAZIONE CRONACA

Tre corpi senza nome. Gorky Park è storia

"Troppe persone nella nostra società scompaiono senza lasciare traccia". "Oh. Perché?". "Cadono in un abisso". "Che tipo di abisso?" "Quello tra ciò che si...

"Troppe persone nella nostra società scompaiono senza lasciare traccia". "Oh. Perché?". "Cadono in un abisso". "Che tipo di abisso?" "Quello tra ciò che si...

"Troppe persone nella nostra società scompaiono senza lasciare traccia". "Oh. Perché?". "Cadono in un abisso". "Che tipo di abisso?" "Quello tra ciò che si...

"Troppe persone nella nostra società scompaiono senza lasciare traccia". "Oh. Perché?". "Cadono in un abisso". "Che tipo di abisso?" "Quello tra ciò che si dice e ciò che si fa". "Potresti non rimanere a lungo in questo mondo, mio bravo e imprudente compagno". Il bravo e imprudente compagno che parla troppo e a voce pericolosamente alta è uno dei personaggi della narrativa contemporanea più belli e azzeccati di sempre: l’ispettore della polizia di Mosca, Arkadij Renko. E’, quello di cui sopra, un passaggio del primo romanzo in cui Renko si presenta ai lettori e ne farà strage: ’Gorky Park’, opera terza e fortunatissima dello scrittore statunitense Martin Cruz Smith, già reporter al Philadelphia Daily News. Il libro viene pubblicato nel 1981 ed è uno degli affreschi più suggestivi della Mosca anni ’80, quando la corruzione stava mangiando dall’interno l’impero sovietico, che di lì a qualche anno sarebbe imploso cambiando per sempre il mondo bipolare Usa-Urss.

Il personaggio di Renko – disilluso, malinconico ma determinato a scoprire la verità su quei tre cadaveri irriconoscibili nel parco più grande di Mosca, il Gorky appunto – è veramente grandioso e rappresenta lo specchio più reale della società di polizia che era di fatto quel Paese prima del crollo dell’Urss. Pur essendo poliziotto e quindi membro potente della classe dirigente moscovita, Renko si scontra da subito con quelli che oggi si chiamerebbero poteri forti, anzi il più forte, il Kgb, gli 007 dell’Urss. E quindi, cosa nascondono quei tre cadaveri? Su quali binari corre il treno di una verità mai così sfuggente? C’è un potere che va oltre, tanto che il colonnello Pribluda, membro dello stesso Kgb, da acerrimo nemico diverrà il solo disposto ad aiutarlo.

L’ambientazione, i dettagli, la caratterizzazione dei personaggi, anche quelli secondari, in questo libro rasentano la perfezione narrativa e stilistica. La descrizione della Mosca anni ’80 è magistrale e il tema della corruzione talmente vivido che il regista Michael Apted – che diresse magistralmente il film tratto dal libro con uno stratosferico William Hurt (volto di Renko per sempre) – fu costretto a girare in Finlandia e Svezia perché gli fu negato l’ingresso a Mosca. Il film venne bene sì, ma il libro è davvero un capolavoro.

Martin Cruz SmithGorky ParkMondadori