Livorno, 20 maggio 2025 – Un piano ben congegnato, ma non perfetto: l’assalto al furgone portavalori sulla superstrada a San Vincenzo a fine marzo con un bottino di oltre tre milioni di euro, si conclude con l’arresto di undici persone eseguito nel corso di una maxi operazione dei carabinieri coordinata dalla Procura di Livorno, fra Toscana, Sardegna ed Emilia Romagna.

Un elemento fondamentale nelle indagini è stato il ritrovamento di un bigliettino dimenticato a terra con due numeri di telefono accanto ai resti di un telefono cellulare bruciato, vicino a dove era stata individuata nella boscaglia una delle auto rubate usate per l’assalto. A marzo, l’attacco al portavalori nel tardo pomeriggio era avvenuto sotto un cavalcavia a San Vincenzo e diverse persone avevano filmato con i telefonini l’azione dei rapinatori. Un bandito si era anche accorto di essere ripreso e aveva urlato: “Che ca..o stai filmando?” accompagnando le parole con una scarica di mitra che per fortuna non aveva colpito il cittadino. Ma i filmati di telefonini hanno permesso agli inquirenti di avere informazioni immediate sulle auto usate nel colpo e su tanti particolari. E la banda ha agito sotto pressione, commettendo alcuni errori, perché sapeva di essere braccata.
Dal biglietto dimenticato si è risaliti a due numeri di telefono utilizzati dalla banda che hanno permesso di ricostruire la rete di contatti per la preparazione del colpo. E poi i filmati dei cittadini hanno registrato anche le voci dei malviventi, che indicavano una chiara inflessione sarda offrendo subito una pista da battere ai carabinieri. Nove degli arresti a Nuoro, uno nella provincia di Pisa dove è stata arrestata una persona che secondo le indagini ha fornito base logistica alla banda, e uno a Bologna: quest’ultima era reduce dal gran premio di Imola, per questo è stata fermata in Emilia Romagna.
Grazie a telecamere di sorveglianza gli investigatori, come ha spiegato il comandante dei carabinieri di Livorno Piercarmine Sica, hanno poi ricostruito i movimenti degli 11 arrestati, attraverso anche i biglietti dei traghetti tra l’isola e il continente e la ricostruzione dei tabulati telefonici. Si trattava di telefonini Nokia senza connessione dati, quindi irrintracciabili. I 3 milioni di euro presi del furgone blindato, che era stato fatto esplodere con una vera e propria azione da commando militare, non sono stati ancora recuperati. Non si esclude che il bottino possa essere stato sepolto, forse nel vicino entroterra, dove la banda contava su diverse connivenze.
Gli arrestati per rapina pluriaggravata, detenzione e porto illegale di armi da guerra e armi comuni da sparo, furto pluriaggravato e ricettazione i reati contestati a vario titolo e in concorso sono Giovanni Columbu, 40 anni, di Ollolai, Renzo Cherchi, 39 anni, residente a Irgoli, Alberto Mura, 40enne residente a Ottana, Antonio Moni, 46 anni, originario del Nuorese e residente a Castelnuovo Val di Cecina (Pisa), Francesco Palmas, 45enne, di Jerzu, Francesco Rocca, 47 anni, di Orotelli, Franco Piras, 46 anni, residente a Bari Sardo, Marco Sulis, 36 anni, residente a Villagrande Strisaili, Nicola Fois, 33enne, di Girasole, Salvatore Campus, 51enne, di Olzai, 51 anni, e Salvatore Giovanni Antonio Tilocca, 45 anni, nato a Ozieri e residente a Bottidda.
Luca Filippi