GAIA PAPI
Cronaca

Pedina e terrorizza la ex. Condannato per stalking a due anni e sei mesi

Aveva un divieto di avvicinamento ma lo ha violato andando sotto casa. Continue persecuzioni e offese, anche in pubblico. La pena: due anni e sei mesi

Un'aula di tribunale

Un'aula di tribunale

Arezzo, 19 luglio 2025 – Due anni e sei mesi di reclusione per stalking aggravato e violazione delle misure cautelari: è questa la condanna inflitta dal tribunale di Arezzo a un uomo di 40 anni, riconosciuto colpevole di aver perseguitato una donna di 47 anni con la quale aveva avuto una breve relazione sentimentale. I fatti risalgono al periodo compreso tra aprile 2024 e febbraio 2025.

Secondo quanto emerso in aula, l’uomo non avrebbe mai accettato la fine del rapporto e avrebbe iniziato una serie di condotte persecutorie, culminate in pedinamenti, appostamenti, urla e insulti rivolti alla vittima, anche in contesti pubblici, come un bar del centro e sotto l’abitazione della donna. In precedenza era già stato sottoposto agli arresti domiciliari per atti persecutori, ma nonostante la misura restrittiva, avrebbe continuato a tormentare la vittima, disattendendo puntualmente le disposizioni del giudice.

In particolare, il 6 febbraio scorso, avrebbe violato il divieto di avvicinamento, recandosi nei pressi della donna e aggravando ulteriormente la sua posizione. Il comportamento dell’uomo ha fatto emergere una reiterazione ossessiva dei gesti persecutori, ritenuta incompatibile con qualsiasi misura alternativa alla detenzione. Il tribunale ha quindi accolto le richieste dell’accusa, ritenendo sussistente l’aggravante per la violazione delle misure cautelari precedenti.

Una persecuzione lunga un anno che ha provocato alla ex anche prostrazione psicologica. Nei giorni scorsi la conclusione del processo in Tribunale ad Arezzo, pm in aula Bernardo Albergotti, e la condanna a due anni e sei mesi. A rappresentare la parte civile è stato l’avvocato Fabio Appiano, che in udienza ha sottolineato il clima di paura e tensione vissuto quotidianamente dalla vittima, costretta a modificare le proprie abitudini per evitare di incontrare l’ex compagno.

Particolarmente gravi sono state ritenute anche le modalità con cui l’uomo si sarebbe espresso in pubblico, ricorrendo a espressioni denigratorie e aggressive che hanno leso la dignità della donna, generando in lei un forte e duraturo disagio psicologico. Alcuni episodi sono stati confermati da testimoni presenti sul posto al momento dei fatti.