"La legge non basta, servono pene". Ha perso la sorella in un incidente e svela in Tv i secondi dello schianto

"Rallenta, corri troppo". "No, devo provare l’auto". Alessandra racconta il dramma a Porta a Porta. E si stringe a Federica: "Con l’affidamento ai servizi sociali chi guidava è già libero: basta sconti"

Alessandra Canneti a Porta a Porta: ha raccontato il dramma della sorella Federica

Alessandra Canneti a Porta a Porta: ha raccontato il dramma della sorella Federica

Arezzo, 21 marzo 2024 – Negli occhi ha lo strazio della perdita e la sete di giustizia. Nel nome di Federica Canneti, vittima a 22 anni di un incidente stradale alle porte di Vitiano, un venerdì sera di ottobre, due anni fa. Doveva essere una serata di divertimento dopo il tirocinio e gli esami di Ostetricia, la passione di Federica e il suo orizzonte professionale, dopo la laurea. La sua vita si è spezzata in quell’auto lanciata a 136 chilometri orari, certificheranno le indagini, lungo la strada regionale 71 e in prossimità del centro abitato. Il giovane conducente è stato condannato a tre anni per omicidio stradale aggravato e ha ottenuto l’accesso ai lavori socialmente utili. È il tarlo di Alessandra e genitori, Marcello e Rosanna, che chiedono giustizia per Federica e pene certe per chi è condannato.

Alessandra Canneti ha raccontato il dramma della sorella a tutt’Italia, partecipando al talk Rai di Vespa Porta a Porta, proprio nel giorno in cui a Montecitorio la politica discute e vota sulle nuove regole del codice della strada.

Alessandra come è cambiata la vostra vita?

"È cambiata completamente, non ho più mia sorella. E la mia prospettiva di vita ora è diversa. Ci eravamo promesse che al mio matrimonio Federica avrebbe fatto la testimone e che se avessi avuto un bambino, lei che studiava da ostetrica, se ne sarebbe occupata. Lei era la mia figura di riferimento".

Come stanno mamma e babbo?

"I miei genitori non sono più quelli di prima. Questa tragedia li ha segnati profondamente e in maniera irreversibile. Io stessa sono diventata una persona più chiusa nei rapporti con gli altri perché tutti noi portiamo dentro un dolore che non si può spiegare a parole".

Durante la trasmissione ha raccontato particolari sugli amici in auto con Federica quella sera. Di cosa si tratta?

"È tutto agli atti: ci sono testimonianze dei ragazzi che erano in macchina con Federica: hanno detto al conducente che stava procedendo a 136 chilometri orari di rallentare e lui ha risposto, secondo quanto hanno riferito e messo agli atti, che doveva provare la macchina nuova. Sono rimasta basita da questa risposta che dimostra come lui fosse consapevole di andare a velocità elevata. Il punto è che era responsabile della vita dei passeggeri e questo non è stato considerato nella sua condotta".

Come valuta le nuove regole del codice della strada?

"Più misure vengono adottate per evitare tragedie come quella di Federica, meglio è. Ma il punto è un altro".

Quale?

"A mio parere occorre lavorare sul piano giuridico perché non è possibile che una persona condannata per omicidio stradale abbia la pena che va da 5 a 10 anni decurtata a 3 anni per effetto dei riti alternativi e delle attenuanti. Chi sbaglia deve pagare, altrimenti passano messaggi sbagliati per i responsabili e per i giovani. Se è previsto il carcere, bisogna andarci e riflettere su quanto accaduto".

Cosa chiede?

"Che sia abolito l’affidamento ai servizi sociali. Mia sorella non c’è più e chi con la sua condotta ha provocato la sua morte, è fuori. Il mio vuole essere un appello a modificare la serie di sconti di pena a fronte di reati gravi come l’omicidio stradale. Serve un giro di vite che assicura la certezza della pena nella sua interezza".

Come riuscite ad andare avanti dopo la perdita di Federica?

"Siamo costretti ad andare avanti. Io mi sto concentrando sul lavoro e la famiglia, anche se penso a Federica tutti i giorni. I miei genitori ci stanno provando ma la luce nei loro occhi non è più quella di prima".