Simona Santi Laurini
Siena

Studentessa di Ostetricia muore in un incidente: il conducente patteggia 3 anni

La rabbia della famiglia Canneti: «Hanno ucciso Federica due volte»

Federica Canneti, la studentessa di Ostetricia morta a 22 anni in un incidente

Federica Canneti, la studentessa di Ostetricia morta a 22 anni in un incidente

Arezzo, 12 luglio 2023 – «Ingiustizia è stata fatta». Parole dure come macigni che escono dalla bocca della famiglia Canneti, passando prima dalla testa e soprattutto dal cuore. In tribunale è stata pronunciata la sentenza definitiva su quanto avvenuto quella maledetta notte del 7 ottobre scorso, quando Federica Canneti, 22 anni, studentessa di Ostetricia all’Università di Siena, stava vivendo con spensieratezza una serata insieme agli amici di sempre, come si fa a quell’età. Ma a Vitiano, il conducente dell’auto su cui viaggiava, lanciata a velocità di gran lunga superiore al limite di velocità segnalato, ha perso il controllo e Federica interrotto la sua solare vita. Il conducente della vettura ha patteggiato una condanna a tre anni e il giudice Stefano Cascone ha pronunciato la sentenza di fronte agli avvocati. Mamma Rosanna, babbo Marcello e Alessandra, sorella di Federica, attendevano fuori.

«Nessuno avrebbe potuto ridarci la nostra Fede - commentano i familiari sconsolati e amareggiati -, però una sentenza più dura sarebbe almeno stato un monito per altri giovani come nostra figlia. Ci sentiamo offesi e impotenti. Questi tre anni rappresentano per noi un ergastolo, perché porteremo a vita questa pena nel cuore». Tecnicamente, il 24enne, originario dell’India e residente in Valdarno, quella sera alla guida della Kia Sportage nuova di pacca, ha optato per il patteggiamento ed è stato condannato a tre anni per omicidio stradale aggravato dalla velocità e per aver causato, oltre alla morte di un passeggero, anche le lesioni personali per un altra persona che viaggiava a bordo del veicolo. In base alla perizia dell’ingegnere Fabio Canè, il giovane aveva raggiunto Vitiano a 136 km orari, transitando in un centro abitato con limite a 50, e dopo un rettilineo con limite a 70 chilometri orari. Alcuni utenti dei social, la mattina successiva all’incidente, avevano raccontato di aver visto sfrecciare quella macchina nel rettilineo; testimonianze attentamente verificate anche dagli uomini della Polizia municipale aretina che hanno eseguito i rilievi stradali quella terribile notte, sotto la guida attenta del comandante Aldo Poponcini e del suo vice Massimo Milloni.

Tornando alla sentenza, al ventiquattrenne sono state concesse le attenuanti generiche per la giovane età e perché è incensurato, oltre alla riduzione di un terzo della pena per il patteggiamento. «Si può definire una condanna mite, di fronte ad un fatto di una gravità assoluta» commenta l’avvocato della famiglia Canneti, Alessandro Calussi. La famiglia di Federica non riesce a trovare pace. «Hanno ucciso Federica per la seconda volta. La prima il 7 ottobre e anche l’11 luglio» affermano genitori e sorella con lo strazio nel cuore. Anche perché con il patteggiamento, la sentenza è definitiva. Ci sarà un prossimo passo, dovuto per legge nel caso di condanna inferiore ai 4 anni, ovvero la scelta della misura alternativa al carcere, che condurrà alla richiesta dell’affidamento in prova. Tradotto: tre anni di servizi sociali. Poi ci sarà il procedimento in sede civile, tra un paio di anni, per definire il risarcimento. E quindi altra sofferenza per la famiglia Canneti.

Intanto, fuori dalle aule del tribunale, una collega di Federica del corso di Ostetricia a settembre partirà per l’Africa, dove porterà il sorriso contagioso della 22enne castiglionese che studiava per far nascere i bambini. Vita pura, come quella che sprizzava dai suoi occhi.