FRANCESCO TOZZI
Cronaca

Scandalo keu, il processo slitta. Le tesi dell’accusa a fine giugno

Diversi intoppi procedurali nell’udienza di ieri. Respinta un’eccezione presentata dalla Tca

Uno degli scavi per verificare la presenza del keu. nei terreni della Toscana

Uno degli scavi per verificare la presenza del keu. nei terreni della Toscana

Poco o nulla di fatto nell’udienza di ieri del processo keu. Si tornerà però in aula a stretto giro: 20 e 27 giugno sono le prossime date da cerchiare in rosso sul calendario, giorni in cui il giudice imprimerà un’accelerazione al filone d’inchiesta sullo smaltimento illecito degli scarti delle concerie provenienti dal Valdarno Inferiore. Ieri a Firenze doveva essere il giorno della pubblica accusa, ma la mattinata è stata impiegata affrontando altre questioni.

Dopo il pubblico ministero, sarebbe stata la volta delle parti civili, tra cui il Movimento Consumatori, il Comitato Vittime di Podere Rota e i comuni di Bucine e Terranuova, solo per citare i soggetti valdarnesi presenti al dibattimento. Invece sono state sollevate due eccezioni: una presentata dall’aretina Tca, che ha lamentato il mancato accesso ad alcuni documenti d’indagine, che alla fine è stata rigettata dal giudice. Un’altra sollevata da soggetti citati come responsabile civile è stata in parte accolta e il pm dovrà riformulare così il capo d’imputazione per specificare le responsabilità contestate.

L’udienza aperta vede contestati i reati, tra gli altri, di inquinamento ambientale, traffico di rifiuti pericolosi e associazione a delinquere aggravata dall’agevolazione mafiosa. Questi sono, a vario titolo, alcuni dei reati contestati dalla Dda di Firenze, che nel filone processuale ha chiesto il rinvio a giudizio per 24 persone e sei aziende.

Era contestato ad alcune posizioni anche il reato di abuso d’ufficio, ma la Corte Costituzionale ha stabilito che non è incostituzionale l’abrogazione dell’abuso d’ufficio, riferendosi alla cosiddetta riforma Nordico approvata lo scorso anno. L’indagine keu divenne di dominio pubblico nell’aprile 2021 e nelle carte dell’inchiesta sono 13 i siti ritenuti inquinati in tutta la Toscana.

Il commissario unico per la bonifica delle discariche e dei siti contaminati, il generale Giuseppe Vadalà, nelle scorse settimane aveva puntato i riflettori sui siti inquinati nel territorio comunale di Bucine, e in particolar modo sull’impianto della Lerose Srl durante un’audizione di fronte alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari. Qui sarebbero state riscontrate grandi masse di keu e vi sarebbero confluiti anche gli smaltimenti illeciti provenienti dalle ditte orafe di Arezzo. Le operazioni di bonifica all’interno del sito di Bucine saranno molto complesse, perché sono stati rinvenuti numerosi cumuli di rifiuti interrati. L’idea è quella di creare un involucro che possa contenerli, in modo tale da tutelare l’integrità della falda acquifera dall’azione degli agenti inquinanti.