LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Muore in moto davanti alla moglie. Lei dall’auto assiste all’incidente. Il suo ristorante chiude per lutto

Emanuele era il titolare del "Passaparola", un anno fa era stato vittima di un’aggressione nel locale "Forza ragazzi" era il suo motto, tutti lo ripetono tra le lacrime. Lascia moglie e due figli. L’agonia a Careggi .

Il tratto di via Anconetana dove è accaduto l’incidente costato la vita a Emanuele Di Rocco nella foto in alto a destra

Il tratto di via Anconetana dove è accaduto l’incidente costato la vita a Emanuele Di Rocco nella foto in alto a destra

"Chiuso per lutto". Nel ristorante dove Emanuele Di Rocco accoglieva gli ospiti col suo contagioso "Forza ragazzi!", ora c’è solo silenzio e buio. Luci spente, e quel cartello che è un pugno allo stomaco per chi lo conosceva. E sono in tanti in città ad aver incontrato quel ristoratore sempre allegro, un motore indistruttibile nel suo lavoro, che incoraggiava ad affrontare i rovesci della vita senza farsene travolgere. Così al ristorante e pure in famiglia, con i due figli e la moglie che ha visto la fine del marito in diretta: sull’asfalto di via Anconetana che piega in una semicurva uscendo dalla città. Emanuele Di Rocco, 50 anni, è morto nello schianto con la sua moto finita contro un’auto. Venerdì pomeriggio rientrava a casa dopo un turno al ristorante Passaparola di viale Michelangelo, punto di riferimento per famiglie e comitive di amici. Era in sella alla moto e la moglie lo seguiva alla guida dell’auto. Una serata come tante insieme, nel tran tran del lavoro e dei momenti insieme a casa. Un tratto di strada percorsa mille volte. Ma questa volta su quel nastro d’asfalto si è fermata la sua vita. Non è chiaro come e perchè sia avvenuto lo scontro con la macchina che viaggiava in direzione opposta di marcia.

Uno scontro "fronto-laterale" dicono gli investigatori al lavoro per ricostruire dinamica e cause. Gli uomini della polizia municipale stanno esaminando gli elementi raccolti sul luogo dell’incidente. Nell’impatto Emanuele Di Rocco ha riportato una ferita gravissima ad una gamba. La situazione è apparsa subito gravissima ai soccorritori che lo hanno stabilizzato prima di trasferirlo a bordo del Pegaso al Cto di Firenze. Una corsa contro il tempo per salvargli la vita. Ma i tentativi degli specialisti di Careggi non sono serviti: il ristorattore aretino è morto dopo il ricovero.

La notizia è piombata come un macigno in città fin dalla prima mattina. Sconcerto tra i colleghi del centro che conoscevano e stimavano Emanuele per la sua carica umana e la sua professionalità. Poca voglia di parlare per una tragedia che toglie il fiato e ammutolisce. Da ieri mattina davanti al ristorante in viale Michelangelo è iniziato un mesto pellegrinaggio di persone che hanno voluto testimoniare la vicinanza alla famiglia di Emanuele. Rose rosse e un biglietto: "Forza ragazzo, sarai sempre con noi".

Accanto, una composizione adagiata su un tavolino alto, davanti tre lumini accesi per tenere viva la memoria e sottolineare il dolore che taglia in due. Svetta un biglietto e anche qui torna quel "Forza ragazzi!", lo slogan di Emanuele. Che solo un anno fa aveva dovuto far fronte ai danni provocati nel suo locale da uno squilibrato entrato come una furia mentre i clienti erano a cena. Aveva subito danni consistenti ma non si era arreso, anzi aveva subito riaperto il locale con lo stesso entusiasmo del primo giorno. Anche quel giorno erano stati in tanti in città a temere per la sua incolumità, perchè Emanuele era una persona "davvero speciale, ci mancherà", dice a mezza bocca un ristoratore del centro ancora incredulo di fronte a una tragedia così grande.

Nei sali e scendi della vita, lui non mollava mai e trasmetteva la sua forza ai collaboratori che lavoravano al suo fianco e agli ospiti del locale. Non si era perso d’animo nemmeno in mezzo alla tempesta del Covid che aveva lasciato a luci spente decine e decine di ristoranti e negozi. No, Emanuele non si era arreso e si era inventato uno spazio all’aperto e in sicurezza proprio davanti al Passaparola. Con tenacia aveva allestito tavoli e sedie nell’area pedonale adiacente il parcheggio Eden, all’incrocio con via Margaritone. E da lì nei mesi della rinascita era ripartito, come sempre.

Ma la sua corsa a capofitto nella vita, si è fermata senza preavviso in un pomeriggio di fine estate davanti agli occhi della moglie. Sulla strada di casa, diventata una trappola.