
Al centro con i fiori, Vittoria Lammioni Lucci, superstite della strage di Civitella
La scuola media Margaritone si è trasformata in un luogo di memoria e riflessione. Tra i banchi, non c’erano solo studenti, ma anche testimoni di un passato doloroso. Vittoria Lammioni Lucci, una delle ultime sopravvissute all’eccidio nazifascista di Civitella in Valdichiana del giugno 1944, ha condiviso la sua storia. Una storia di dolore, perdita e resilienza. Aveva solo 5 anni Vittoria, quel maledetto 29 giugno 1944. Civitella, un borgo tranquillo, fu teatro di una delle più brutali rappresaglie nazifasciste. In risposta ad un attacco partigiano, le truppe tedesche, con la complicità di fascisti locali, irrompono nel paese seminando morte e distruzione. Uomini, donne e bambini vengono trucidati senza pietà. Vittime innocenti di una guerra che non guarda in faccia nessuno.
Vittoria ricorda gli spari, le urla, il terrore. Ricorda la bomba che distrusse la sua casa, portandosi via la madre e le sorelle. Immagini indelebili, impresse nella sua mente di bambina. Il padre, costretto sotto tortura a rivelare i nomi dei partigiani, implora pietà per la sua vita. Ma la sua sofferenza non finisce qui. Vittoria perde anche il padre a soli 12 anni, rimanendo orfana e affidata ai nonni materni, devastati dal dolore.
Davanti agli studenti della Margaritone, Vittoria ha ripercorso quei momenti terribili, con la voce tremante ma ferma. Ha parlato della crudeltà della guerra, dell’importanza di non dimenticare le vittime innocenti. "Non siate indifferenti – ha esortato i giovani – reagite e non fatevi sopraffare dalla sofferenza". Parole potenti, che risuonano nell’anima.
Gli studenti hanno ascoltato in silenzio, rapiti dal racconto di Lammioni Lucci. Hanno posto domande, cercando di capire come una bambina potesse superare un tale trauma. Vittoria ha risposto che il gioco e la lettura sono stati la sua salvezza, un modo per evadere dalla realtà e trovare conforto.
L’incontro si è concluso con un messaggio di speranza: "Qualsiasi cosa vi succeda reagite e non fatevi sopraffare dalla sofferenza" ha detto Vittoria, salutando i ragazzi. Un messaggio che è un inno alla vita.
La testimonianza di Vittoria è un monito per tutti noi. Ci ricorda l’importanza di preservare la pace e di imparare dagli errori del passato. Solo così potremo evitare che orrori come quello di Civitella si ripetano.