LUCIA BIGOZZI
Cronaca

La Lega non si unisce all’Aventino: "Uscire da soli non serve a niente". Regionali, sale l’ipotesi Romani

Il leader provinciale Vecchi: "Dimissioni? Occorre valutare e decidere tutti insieme senza fughe in avanti". I salviniani non seguono FdI. Elezioni, lista quasi pronta. Vannacci potrebbe indicare un suo fedelissimo.

Il presidente della Provincia Alessandro Polcri nel mirino del centrodestra

Il presidente della Provincia Alessandro Polcri nel mirino del centrodestra

"Dimettersi in tre ha poco senso. Se lo facciamo deve essere un’azione collettiva come coalizione e sopratutto condivisa". Dalla Lega, primo partito a salire sull’Aventino all’indomani dell’elezione di Polcri a presidente della Provincia, ora arriva un sollecitazione a fare squadra. Quasi una raccomandazione a evitare fughe in avanti: messaggio ai meloniani che a settembre metteranno sul tavolo di Polcri le dimissioni. Tre consiglieri - Francesco Lucacci, Lucia Scancariello e Lorenzo Basagni - usciranno dalla Sala dei Grandi come atto politico, forte, nei confronti di un presidente "senza maggioranza che si è arroccato sulla poltrona più alta dell’ente e a causa di una legge sbagliata, risulta inamovibile" è l’affondo. La Lega, invece, mantiene una linea più prudente e si allinea alla posizione degli alleati - Forza Italia e il fronte centrista -, non vuole far saltare il banco senza prima mettere a terra una strategia condivisa. Per questo dal leader provinciale del partito di Salvini, arriva una sollecitazione a condividere scelte e strategie tra i partiti della coalizione. "Sono d’accordo con Simon Pietro Palazzo: se decidiamo di farlo, dobbiamo dimetterci tutti. Sei consiglieri che lasciano gli scranni sono un segnale forte, anche se non incideranno su una situazione ormai surreale, come noi denunciamo da tempo, con un presidente che per legge non può essere sfiduciato. Ma se ai sei consiglieri di centrodestra se ne aggiungesse uno dal centrosinistra, ecco che il consiglio risulterebbe svuotato nella sua funzione e a quel punto il presidente dovrebbe prenderne atto", spiega Gianfranco Vecchi che nella Sala dei Grandi ha un eletto: Carla Borri. Meglio sedersi attorno a un tavolo e decidere una strategia comune. E rilancia: "Si tratta di una scelta che va valutata tutti insieme. Se si dimettono tre consiglieri a cosa serve? Non sposta il problema perchè a quel punto bisogna vedere se i primi dei non eletti accetteranno e, anche nel caso in cui non dovessero accettare, non sarà servito a nulla andarsene così. Allora tanto vale restare al nostro posto in consiglio e votare contro quando c’è da fare opposizione. Insomma, se decidiamo per le dimissioni, facciamolo ma usando senso logico che possa portare a qualcosa di buono". Fin qui il rebus Provincia. Ma nelle mappe dei partiti c’è un’altra meta, più impegnativa e ravvicinata nel tempo: le regionali. Il partito aretino guidato da Vecchi sta ultimando la composizione della lista: riempite tutte le otto caselle "stiamo facendo le ultime limature", dice il segretario provinciale. Limature che riguardano anche il capolista. E qui entra in gioco la "variabile Vannacci". Il vicesegretario nazionale della Lega, attuale responsabile per la campagna elettorale in Toscana, potrebbe indicare il nome di un fedelissimo per la capolistura aretina. Circola il nome di Cristiano Romani, plenipotenziario per il Centro Italia del movimento fondato da Vannacci. Potrebbe essere lui sulla rampa di lancio, ma la partita non è ancora chiusa. Questione di giorni, poi il segreto sarà svelato.