CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

La discarica Montedoglio. Lavatrici e bombole di gas abbandonate dentro la diga

Volontari con guanti e sacchi in mano per ripulire le sponde dell’invaso dai rifiuti. Presenti le associazioni dei pescatori, ma anche gli amministratori locali.

La diga di Montedoglio si è rivelata una sorta di discarica A ripulire le sponde dell’invaso erano presenti le associazioni dei pescatori e gli amministratori locali

La diga di Montedoglio si è rivelata una sorta di discarica A ripulire le sponde dell’invaso erano presenti le associazioni dei pescatori e gli amministratori locali

È saltato fuori il classico "di tutto un po’": reti metalliche di recinzione, bombole di gas esaurite e pannelli coibentanti, oltre a una infinità di cartacce e plastica. C’era addirittura anche una lavatrice, che sarà rimossa nelle prossime settimane. La diga di Montedoglio si è rivelata insomma anche una sorta di discarica, sia nelle sponde che nelle acque: lo sanno molto bene i membri del comitato "Pescare in Valtiberina", che nella mattinata di domenica scorsa si sono ritrovati sulla sponda della Madonnuccia, nel territorio comunale di Pieve Santo Stefano, per l’apprezzabile iniziativa che ha preso il nome di "Puliamo il nostro lago". C’erano le associazioni dei pescatori, ma anche i pubblici amministratori non sono voluti mancare, per testimoniare che anche le istituzioni appoggiano volentieri il senso civico: era allora presente il sindaco di Pieve, Claudio Marcelli, che da sempre è molto attento alle problematiche e al futuro dell’invaso artificiale più grande della Toscana, oltre al consigliere regionale Marco Casucci, altra persona che si è attivata in ultimo anche sul fenomeno del bracconaggio, tema puntualmente affrontato nel corso della mattinata. Le associazioni presenti erano la Bass Tribe Asd e la Aps Sansepolcro con i rispettivi presidenti, Enrico Ligi e Michele Goretti. È emerso che l’unica parte tenuta in ottime condizioni è quella che interessa la gestione del Circolo del Remo e della Vela nella zona di Madonnuccia; il problema è che il resto costituisce la parte maggiore. "Anche se eravamo in pochi – hanno detto quelli del comitato "Pescare in Valtiberina" – siamo comunque riusciti a riempire cinque sacchi e gli amici del circolo ci hanno aiutato nello smaltire i rifiuti". Ma per ciò che riguarda le questioni di fondo, con il presidente del circolo, Stefano Provincia, l’indice è stato più che mai puntato sul già ricordato bracconaggio. "Da quando si è verificato l’ultimo episodio, quello dei tre chilometri di rete rinvenuti lo scorso aprile – proseguono gli esponenti del comitato – il presidio lungo le sponde è diventato costante e il risultato è stato consequenziale: non vi sono state altre segnalazioni, con tanto di ringraziamento al sindaco Marcelli che ci sostiene in ogni nostra iniziativa". A proposito di "Puliamo il nostro lago", è pressochè scontato che l’impegno di domenica scorsa non rimarrà un caso isolato: l’intenzione è quella infatti di dare in futuro continuità a questo appuntamento, sperando magari che di volta in volta il lavoro sia sempre minore, perché nel frattempo qualcuno è diventato più disciplinato.