LUCIA BIGOZZI
Cronaca

In centro sulle vie di Baudo. Dalle serate all’Artistico ai banchi tirolesi di Natale

Tra i protagonisti del Circolo affollato di vip grazie a Fioroni. "La notte coi Ricchi e Poveri". Nel 2019 visita a sorpresa al mercatino. Un paio di pantofole e l’abbraccio della gente.

Tra i protagonisti del Circolo affollato di vip grazie a Fioroni. "La notte coi Ricchi e Poveri". Nel 2019 visita a sorpresa al mercatino. Un paio di pantofole e l’abbraccio della gente.

Tra i protagonisti del Circolo affollato di vip grazie a Fioroni. "La notte coi Ricchi e Poveri". Nel 2019 visita a sorpresa al mercatino. Un paio di pantofole e l’abbraccio della gente.

La sera andavamo al Circolo Artistico. E nei primi anni ‘70 sulle scale che dal Corso risalgono il piano nobile della cultura aretina si potevano incrociare volti indelebili: Johnny Dorelli, Catherine Spaak, Gloria Guida. E naturalmente Pippo Baudo. L’uomo di Militello, mister Sanremo non storceva la bocca davanti ai piccoli palcoscenici: specie quando a guidarlo era un amico come Walter Fioroni. "Il mio babbo – racconta Alessandro ancora commosso per la perdita – organizzava eventi e serate con premiazione: e fioccavano i personaggi del panorama musicale italiano". Lui, del resto, di quel panorama ne faceva parte, fin dai suoi primi passi in un mondo del quale sarebbe diventato protagonista. "Ricordo una serata condotta da Baudo e che ebbe come protagonisti i Ricchi e Poveri". Quelli originali, la formazione a quattro, prima che fossero decimati dagli strappi personali e dalle curve della vita. Per Baudo Walter era il suo Walter: e così lo ricordò alla Nazione il giorno stesso della sua morte.

E per lui da Militello risalì fino ad Arezzo, pur di poterlo rivedere nella camera ardente. Un legame da babbo Walter passato ai figli Alessandro e Barbara, che nel tempo hanno seguito con grandi risultati le orme del padre, testimone di nozze per Dorelli. Con Pippo sempre sullo sfondo. Dalla terrazza del Circolo Artistico capace di spaziare con il sorriso fino a piazza Grande. Lì, dove nel 1998 aveva condotto Vota la Voce e aveva cenato sotto le Logge con Vasco Rossi, il vincitore di quella edizione, super Pippo sarebbe tornato il giorno di Natale del 2019. Poche settimane prima della pandemia. Un cappello di loden, il giaccone chiuso fino al mento, gli occhiali grandi e spessi che avrebbe sfoggiato nei suoi ultimi anni di vita. "Aveva saputo del mercatino tirolese e si era incuriosito all’idea di quell’evento del nord trapiantato ad Arezzo" racconta dalla Confcommercio il vicedirettore Gianluca Rosai.

Il fiuto nazional popolare non lo avrebbe mai abbandonato e cosa poteva esserci più popolare di un mercatino destinato ogni anno a portare in città centomila persone? "Comprò delle pantofole tirolesi caldissime, casualmente proprio dal banco di Gunther Tarneller, uno degli organizzatori dell’evento". Nella folla non riusciva a passare inosservato neanche con l’armatura di un cappotto pesantissimo. "La sua voce era inconfondibile, il passaparola fu immediato". Forse rimase la sua ultima puntata dalle nostre parti e il destino volle che si incrociasse con la prima, quella delle serate di Vota la Voce, anche in quel caso sotto le insegne di Casa Fioroni. Le voci di talenti emergenti della musica, in gran parte legati alle sue intuizioni. La sua voce, calda e solare, riconosciuta dalla gente in coda davanti ad un banco come quella di un amico.