
Angiolo Della Lunga alla trasmissione di Baudo «Un milione al secondo»
Oggi l’Italia dice addio a Pippo Baudo. Ma per chi lo ha incontrato, il ricordo resta vivo. È il caso di Angiolo Della Lunga, concorrente della trasmissione "Un milione al secondo" su Rete 4: era il 14 febbraio 1984. Quel giorno, il figlio Alessandro, appena undicenne, sedeva tra il pubblico, "nascosto" in platea perché minorenne, ma con gli occhi incollati allo studio. "Ricordo tutto come fosse ieri – dice Angiolo, commosso – Pippo non era solo un conduttore, era un maestro di gentilezza. Ti metteva a tuo agio, scherzava con il pubblico, parlava con noi concorrenti come se fossimo amici di una vita". La trasmissione era divisa in categorie: musica, spettacolo e sport, e Angiolo, grandissimo appassionato di musica, affrontò ogni manche con la tensione tipica di chi si trova davanti a un mito. Al telefono Paolo Limiti, allora il produttore della trasmissione, gli chiese di presentarsi in giacca nera e cravatta, e di portare i suoi primi vinili. "Arrivai in studio stringendo il primo 45 giri di Alice e quello di Gloria Guida" racconta. "Ero emozionatissimo, mio figlio pure e Pippo, con calma e sorriso, riusciva a trasformare ogni prova in un momento speciale".
Dietro le quinte, Baudo mostrava la sua straordinaria umanità: parlava con tutti, scherzava, ascoltava e mai un tono arrogante. Angiolo rievoca quando, dopo la registrazione, si fermarono a mangiare in mensa insieme agli altri concorrenti, tra di loro anche l’amato conduttore: "Passava tra i tavoli con un sorriso, salutava tutti, a me dette una simpatica pacca sulla spalla".
Il piccolo Alessandro osservava tutto in silenzio, consapevole della fortuna di assistere a un incontro unico. La tensione, la gioia e l’adrenalina di quel giorno erano palpabili: Angiolo partecipava con entusiasmo alle manche, alcune vinte grazie a un mix di cultura e passione, altre perse con la stessa dignità, ma sempre incoraggiato da Baudo. "Era incredibile – aggiunge – come riuscisse a far sentire ognuno protagonista". Oggi, mentre il mondo saluta Pippo, Angiolo si commuove ricordando non solo il conduttore, ma l’uomo: un gigante della televisione che sapeva far brillare ogni incontro con la sua gentilezza, semplicità e intelligenza. "Ci mancherà tantissimo – conclude – ma il suo sorriso, la sua leggerezza e la capacità di rendere speciale ogni attimo resteranno per sempre. La sua eredità non è solo la televisione, è il modo di stare tra la gente, di far sentire ogni spettatore importante".
E mentre il sipario dell’ultimo applauso cala sull’uomo che ha rivoluzionato la Tv, il ricordo di quel San Valentino del 1984 brilla ancora negli occhi di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo, e una frase scherzosa di Baudo ma affettuosa – "Della Lunga… tu la sai lunga" – riecheggia come un simbolo di quell’umanità senza tempo che solo i grandi sanno lasciare.
Gaia Papi