CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

Impianto di Badia del Vento. C’è il via libera della Regione. Ecco perché il parco si farà

Le motivazioni della delibera. Nell’ultima riunione della conferenza dei servizi tutti favorevoli. Le contrarietà sono basate su aspetti di carattere paesaggistico e sull’impatto visivo dell’impianto.

Le motivazioni della delibera. Nell’ultima riunione della conferenza dei servizi tutti favorevoli. Le contrarietà sono basate su aspetti di carattere paesaggistico e sull’impatto visivo dell’impianto.

Le motivazioni della delibera. Nell’ultima riunione della conferenza dei servizi tutti favorevoli. Le contrarietà sono basate su aspetti di carattere paesaggistico e sull’impatto visivo dell’impianto.

Impianto eolico di "Badia del Vento": la delibera della giunta regionale della Toscana numero 1095 del 28 luglio scorso costituisce l’atto finale di rilascio del provvedimento autorizzatorio unico (Paur) a seguito della pronuncia positiva di compatibilità ambientale e dell’adozione della determinazione della conferenza dei servizi sul progetto che prevede sette aerogeneratori alti 180 metri da installare sul monte Loggio, nel territorio di Badia Tedalda, ma con opere accessorie in quello di Pieve Santo Stefano, per una potenza pari a 29,40 megawatt. L’ultima riunione della conferenza dei servizi, datata 9 luglio, è stata quella decisiva, con tutti gli enti che hanno votato a favore e con la sola eccezione della Soprintendenza di Siena, Grosseto e Arezzo, che ha espresso parere sfavorevole in relazione alle torri posizionate vicino alla chiesa di Rofelle, considerata bene culturale.

C’è poi la questione dell’impatto paesaggistico e ambientale da sempre sollevata sul versante emiliano-romagnolo, dove nella zona di confine si trova il piccolo Comune di Casteldelci, contrario come gli enti superiori della Regione e anche i Comuni marchigiani di Carpegna e Borgo Pace. Nella delibera della giunta regionale vengono ripercorsi i vari passaggi, vedi ad esempio gli esiti delle valutazioni di incidenza ambientale (Vinca), nelle quali l’azienda proponente introduce mitigazioni degli effetti connessi alla mortalità di chirotteri e avifauna. Alle misure di mitigazione si sono poi aggiunte quelle compensative, poichè le prime non erano sufficienti ai fini dell’eliminazione della possibilità di incidenze negative nei siti Natura 2000. L’azione congiunta avrebbe pertanto consentito di riportare gli effetti al di sotto della soglia di significatività, ma - nonostante sia stato preso atto che la realizzazione del progetto avesse incidenze negative non mitigabili rispetto agli obiettivi di conservazione dei siti Natura 2000 - vi sono pur sempre le tre condizioni definite dall’apposito Dpr a supporto del "sì": l’assenza di soluzioni alternative, la sussistenza dei motivi di interesse pubblico (la produzione da fonte di energia rinnovabile) e l’adozione delle misure compensative. Le contrarietà – si legge - sono basate sostanzialmente su aspetti di carattere paesaggistico e di intervisibilità dell’impianto dai territori di competenza.