
Elena De Sanctis, dirigente del settore Igiene e Sanità Pubblica della Asl Toscana sud est
AREZZO"Il caso è stato notificato regolarmente e non richiede interventi straordinari sul territorio aretino". A spiegarlo è Elena De Sanctis, dirigente del settore Igiene e Sanità Pubblica della Asl Toscana sud est, a proposito dell’anziana ricoverata al San Donato per infezione da virus del Nilo occidentale. La causa? La puntura di una zanzara infetta. "I sintomi erano già presenti quando la donna si trovava nella sua regione di provenienza, dove erano stati registrati diversi casi. Non è quindi un contagio avvenuto in zona".
Proprio per questo, chiarisce De Sanctis, non è necessaria alcuna disinfestazione: "L’uomo, al contrario di altri ospiti animali, è un ospite “a fondo cieco”. Significa che una zanzara che punge una persona infetta non diventa a sua volta contagiosa". Il virus, nel sangue umano, è infatti presente a concentrazioni molto basse e per tempi brevi. L’unica eccezione, spiega la dottoressa, riguarda trasfusioni, trapianti o trasmissione madre-figlio, situazioni per le quali esistono protocolli di sicurezza.
La paziente è una persona fragile, appartenente alla fascia di popolazione più esposta alle forme gravi, anche se nella maggior parte dei casi l’infezione decorre in modo asintomatico. "Parliamo di una situazione endemica – prosegue –. Il West Nile è presente in Europa e in Italia da anni. Come suggerisce il nome, ha avuto origine nella parte occidentale del Nilo ma oggi è diffuso in tutto il mondo. Nell’80% dei casi non provoca sintomi per cui possiamo solo immaginare quanti siano i portatori sani. Solo nel 20% dà disturbi lievi come febbre e mal di testa. Solo l’1% sviluppa forme neurologiche gravi, con rischio di esito letale".
La sorveglianza, ricorda De Sanctis, resta costante: "Monitoriamo gli uccelli selvatici, che sono il serbatoio del virus, e le zanzare, che si infettano pungendo gli uccelli e possono trasmettere la malattia. Il nostro servizio veterinario effettua catture di zanzare che vengono poi analizzate".
Non essendoci un vaccino o una cura specifica, le terapie sono di tipo sintomatico. "La prevenzione resta la strategia più efficace – conclude –. Proteggersi dalle punture con repellenti, indossare abiti coprenti soprattutto all’alba e al tramonto, usare zanzariere e rimuovere ogni ristagno d’acqua, anche nei sottovasi o nei bidoni per l’acqua piovana, svuotandoli con regolarità".
Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con carenze del sistema immunitario. L’unica via, resta quella della prevenzione, sia proteggendosi che riducendo le condizioni favorevoli alla proliferazione delle zanzare.
S.C.