CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

Il drappo del Palio della Balestra. Quando l’arte incontra la tradizione

"Uno dei più belli di sempre": Sansepolcro sogna ancora la vittoria nella secolare sfida contro Gubbio. Eleganza, simboli e applausi per l’opera realizzata da Maria Antonella Mercati. "Ora deve restare qui".

Il drappo del Palio 2025 con l’autrice, Maria Antonella Mercati e con il presidente della Società Balestrieri, Stefano Tarducci

Il drappo del Palio 2025 con l’autrice, Maria Antonella Mercati e con il presidente della Società Balestrieri, Stefano Tarducci

di Claudio Roselli

Elegante: questo l’aggettivo con il quale la maggioranza delle persone che ieri pomeriggio hanno gremito la sala consiliare di Palazzo delle Laudi ha commentato il drappo del Palio della Balestra 2025, che domenica 14 settembre Gubbio e si contenderanno in piazza Torre di Berta. Drappo che, come avviene ogni 1° settembre, è stato ufficialmente presentato nella sede municipale, con tanto di apprezzamenti particolari all’autrice, Maria Antonella Mercati, artista cittadina specializzata in arti visive e discipline dello spettacolo all’Accademia di Firenze, che attualmente insegna alla scuola media "Buonarroti". Un grande appaluso si è levato nel momento in cui il Palio ha fatto il suo ingresso; le tonalità di bianco e di grigio sono espressione della maestria con la quale Maria Antonella Marcati – molto emozionata nel prendere la parola durante la cerimonia – ha sviluppato il suo messaggio, ovvero "Autorità, Decisione, Compassione: tre simboli per pensare l’uomo". E i tre simboli sono il panno ("pallium"), la balestra medievale che appare più tenue e il pettirosso, unica eccezione nella quale compare il colore.

"Il primo rappresenta l’autorità spirituale che si posa come un manto sulla fragilità dell’uomo – ha spiegato la Mercati – mentre la balestra incarna la tensione della scelta e la forza trattenuta prima del gesto. In mezzo ai due poli si pone il pettirosso, emblema della vulnerabilità che osa resistere; stando alla leggenda cristiana, è l’uccello che si sarebbe macchiato del sangue di Cristo ferito dalla corona di spine per alleviarne il dolore e quindi è l’animale che testimonia la compassione". Di seguito, il compendio della sua opera: "Forse è proprio nel tenere insieme questi tre poli che si apre lo spazio per una nuova umanità, non perfetta ma più giusta", ha concluso l’artista. Michele Foni, impareggiabile conduttore della situazione per la sua competenza in materia, aveva dapprima dato la parola al presidente della Società Balestrieri e al sindaco Fabrizio Innocenti davanti alla solita coreografia di musici, madonne e notabili in costume.

"Ragazzi, diamoci da fare il 14, perché questo drappo deve rimanere per sempre al Borgo: è uno fra i più belli in assoluto che abbia mai ammirato", ha detto Tarducci. Dal primo cittadino, l’invito a mantenere alta una tradizione che ha fatto la storia della città. Non solo: "Nell’ufficio del sindaco – ha poi aggiunto Innocenti – una balestra dovrebbe costituire elemento permanente di arredo, come adesso sto facendo io che vi tengo la mia". Al termine, si è proceduto con l’estrazione dei balestrieri nei tre banchi di tiro del Palio: possiamo anticipare fin da ora che alla ultrasecolare tenzone con Gubbio saranno 62 i portacolori.