LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Gioielli, sorpasso dei lingotti. Il boom tiene alto l’export. Ma restano ombre sul futuro ’Ripresina’ moda, su la pelle

Malgrado la frenata il distretto si conferma al primo posto nazionale. Si sgonfia la bolla turca, crescono Paesi arabi e Francia, Svizzera sul podio.

Malgrado la frenata il distretto si conferma al primo posto nazionale. Si sgonfia la bolla turca, crescono Paesi arabi e Francia, Svizzera sul podio.

Malgrado la frenata il distretto si conferma al primo posto nazionale. Si sgonfia la bolla turca, crescono Paesi arabi e Francia, Svizzera sul podio.

Un anno sull’altalena dei dazi e delle guerre. Gli effetti: prima frenata - brusca - dell’oreficeria dopo diversi trimestri a tutto gas e impennata per i metalli preziosi che nella prima parte del 2025 sfiorano il raddoppio. La corsa ai lingotti d’oro come bene rifugio è il segnale di un quadro condizionato pesantemente dai conflitti in Medio Oriente - compresa la guerra tra Israele e Iran - e in Ucraina.

E la parola chiave è: incertezza. Quello che non giova all’economia, quello che gli imprenditori non vogliono sentire, perchè il sistema produttivo ha bisogno di certezze per sviluppare potenzialità e crescita. Nelle previsioni elaborate da Prometeia per Camera di Commercio, il laccio alla caviglia della locomotiva europea sono le "politiche protezionistiche che potrebbero ridurre gli scambi globali e avere un impatto negativo sul Pil nel medio periodo". Gli investimenti in "infrastrutture e armamenti, forniranno un impulso alla crescita, ma con impatti diversi tra i Paesi", spiega Massimo Guasconi, al timone dell’ente camerale, snocciolando dati, trend e proiezioni nella Giornata dell’economia, organizzata con Banca d’Italia. A livello provinciale l’export del primo trimestre 2025 ha registrato una crescita significativa attestandosi a 3 miliardi e 941 milioni di euro, con un aumento dell’11,9% rispetto allo stesso periodo del 2024. Un’espansione "trainata principalmente dal settore dei metalli preziosi, che ha quasi raddoppiato le esportazioni, crescendo del 98% da 911 milioni di euro nel primo trimestre 2024 a 1 miliardo e 800 milioni nel primo trimestre 2025". Il primo mercato di riferimento è la Svizzera con 485 milioni di euro. Nel primo trimestre 2025 e rispetto agli anni precedenti, l’export verso la Confederazione ha superato l’importazione di metalli preziosi (219 milioni di euro). In controtendenza la gioielleria che segna un calo del -22,8% dopo diversi trimestri di crescita costante. Qui la "bolla" della Turchia si è sgonfiata. "Una contrazione, dovuta principalmente a un rallentamento della domanda proveniente dalla Turchia, che ha segnato una diminuzione del 41,2% rispetto al primo trimestre 2024, perdendo circa 460 milioni di euro".

Il secondo mercato è quello degli "Emirati Arabi che registra un +4,6%. In crescita anche Francia (+20%) e Hong Kong (+1,4%) ma con volumi molto più limitati rispetto agli Emirati Arabi Uniti e soprattutto alla Turchia", osserva Marco Randellini, segretario generale dell’ente camerale. Anche il terzo mercato, gli Stati Uniti, è in contrazione (-9,1%) e lascia sul terreno circa 10 milioni, recuperati da un altro Paese americano, Panama, con un +27,5% rispetto al 2024.

L’andamento complessivo del comparto gioielleria-metalli preziosi è stato fortemente influenzato dalle quotazioni record del prezzo dell’oro, arrivato a sfiorare i 100 euro al grammo nel primo trimestre. Un aumento del 42,4% in euro e del 38,2% in dollaro (nell’intero 2024 la crescita è stata del 22,9%). Va comunque sottolineato che l’export aretino di gioielleria rappresenta il 43,4% del totale nazionale e tutti i distretti italiani, con l’eccezione di Vicenza, mostrano variazioni negative.

Il focus sull’altro pilastro dell’economia aretina: la moda. Trend meno negativo rispetto al resto della Toscana: -1,4% rispetto al primo trimestre 2024. Buona performance della pelletteria (+10%) ma segnali di criticità "si evidenziano però se si analizzano le ore di cassa integrazione. Quelle autorizzate nel primo trimestre 2025 hanno sfiorato il milione, con una flessione del 33,6% rispetto al 2024. Circa due terzi sono state di gestione ordinaria (-3,7%) e il restante terzo di gestione straordinaria (-60,5%). Per l’abbigliamento sono state autorizzate 51.348 ore (+323%), per la pelletteria: 300.602 ore (+50%)".

Il saldo tra aziende che chiudono e che nascono nei primi tre mesi dell’anno si è attestato a -123 imprese, flessione intermedia nel raffronto con l’ultimo decennio. Al 31 marzo 2025, lo stock era di 35.000 imprese (-0,5% su base annua) e quello degli addetti di 117.669 (+0,9% su base annua). Un anno, dunque, sulle montagne russe che metterà alla prova la capacità di resistenza del sistema produttivo.