LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Fuga da Gerusalemme nel caos, il vescovo: “Alta tensione in città”

Via d’uscita in Giordania per un volo. La delegazione della Cei toscana trasferita d’urgenza ad Amman dopo l’attacco di Israele all’Iran. “Svegliati nella notte dall’allarme sui cellulari. Chiusi gli accessi alle moschee, zone del centro blindate”

Fuga da Gerusalemme nel caos, il vescovo: “Alta tensione in città”

Arezzo, 14 giugno 2025 – Da Gerusalemme ad Amman, come “via di uscita”. Un allontanamento veloce, da una città nel caos. E in Giordania l’attesa di un volo per rientrare in Italia. Spazio aereo chiuso, Tel Aviv irraggiungibile dopo l’attacco di Israele in Iran. Altissima tensione a Gerusalemme: chiuso l’accesso alle moschee, proprio nel giorno della preghiera, il venerdì. Una città che ribolle, che assorbe e diffonde le tensioni di un Medioriente in fiamme. Dove il vescovo Andrea si trova da domenica insieme ai colleghi delle diocesi toscane per la missione in Terra Santa. Gerusalemme, Gerico e Betlemme nel cronoprogramma del pellegrinaggio, poi “toccato” dal blitz dell’esercito israeliano e dell’intelligence in Iran.

“A Gerusalemme c’era un clima di grande tensione. Siamo stati svegliati da due allarmi sul telefono cellulare dopo le 3 di notte. Poi questa mattina (ieri, ndr) hanno chiuso tutta la città vecchia, noi siamo usciti poco prima. E hanno chiuso perfino le moschee della spianata. A Gerusalemme c’è molta tensione. Abbiamo raggiunto Amman dove la situazione è più tranquilla, da qui attendiamo il primo volo per l’Italia”, racconta Migliavacca. Ma è possibile che il rientro slitti ancora, perché una volta arrivati ad Amman “qui è tutto da ridefinire”.

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Il vescovo Migliavacca all’aeroporto di Amman

Un trasferimento in Giordania organizzato ieri mattina in tutta fretta: “Questa notte (giovedì, ndr) purtroppo Israele ha attaccato l’Iran e questo ha complicato il programma dell’ultimo giorno perché avendo chiuso lo spazio aereo non siamo potuti rientrare a Tel Aviv da dove avremmo dovuto partire per l’Italia. Invece, abbiamo velocemente lasciato Gerusalemme dove si sono succedute le chiusure di zone della città, siamo riusciti a passare con la frontiera con la Giordania ad Allenby, poi l’arrivo ad Amman. Ora qui è tutto da riorganizzare perchè bisogna capire quando ci saranno voli per l’Italia. Certamente, tutto questo ci ha colto di sorpresa nella notte con gli allarmi diramati sui nostri telefoni cellulari. Qui ad Amman la situazione è tranquilla”.

La delegazione della Cei toscana è stata accolta in un albergo vicino al Terrasanta College. “Stiamo tutti bene, attendiamo gli eventi” spiega il cardinale Augusto Paolo Lojudice, presidente della Conferenza episcopale toscana.

Un pellegrinaggio “molto intenso che ci ha portato a incontrare tante realtà” racconta Migliavacca. Tra i momenti che il vescovo Andrea rievoca c’è “l’incontro con padre Patton, custode di Terra Santa e con il patriarca, il cardinale Pizzaballa. Molto bella la visita a Betlemme e il momento di preghiera che abbiamo condiviso, come pura la visita a Gerico e la sosta nel deserto”. Fra Matteo Brena, Commissario di Terra Santa per la Toscana, ha guidato il pellegrinaggio e da Amman commenta: “Lasciare Gerusalemme in questo modo è stato doloroso, ma è anche un modo per comprendere la precarietà che vivono le persone che abitano questi territori. Un’esperienza intensa, che ci interroga, un bagno di realtà che ci chiede di prendere posizione per la pace e ci invita a chiedere alla comunità internazionale di intervenire quanto prima”.