
Al centro Giacomo Nebbiai, coordinatore Rappresentanza sindacale unitaria
Undici punti da discutere e due questioni irrimandabili. La Rappresentanza sindacale unitaria, d’intesa con Cgil, Cisl, Uil e Csa dichiara lo stato di agitazione del personale dipendente del Comune, con mandato unanime espresso dall’assemblea dei lavoratori dello scorso 24 luglio. Due i fronti principali su cui si è rotto il confronto con l’amministrazione: l’incremento del salario accessorio e le condizioni della Polizia Locale.
"L’atto di oggi è inevitabile e necessario. Siamo qui a chiedere niente di più di quanto è nelle nostre capacità ed è nostro diritto chiedere". A parlare sono Giacomo Nebbiai, coordinatore della Rsu e segretario enti locali della Fp Cgil di Arezzo, Maria Grazia Petri e Mirco Pacieschi. Un piano di agitazione che parte dalla questione salariale comune a tutta la pubblica amministrazione aretina e che arriva alla non secondaria condizione lavorativa della Polizia Locale. Due punti interconnessi, spiegano i sindacati, su cui serve una risposta immediata.
"Il Comune risponde in maniera vaga e insoddisfacente, rimandando ad azioni concrete da mettere in campo tra agosto e ottobre. Tre mesi di tempo che ci avvicinano allo scadere dell’anno e che non ci permetterebbero di valutare adeguatamente le misure e le proposte". Un iter che già domattina porterà i sindacati in Prefettura per cercare la conciliazione. Che, se non dovesse arrivare, potrebbe portare alla forma estrema dello sciopero. E tra le ipotesi si riaffaccia un’opzione di altri tempi: uno stop dei vigili nel giorno della Giostra.
Tempi stretti entro fine dell’anno e proposte ben chiare. La questione salariale ruota attorno alla possibilità offerta dal decreto Pa di incrementare il fondo accessorio senza intaccare il piano delle assunzioni. "Abbiamo fatto una proposta dettagliata e sostenibile da 800mila euro – spiegano i sindacati – ben al di sotto del margine massimo consentito. Il Comune ci ha risposto in ritardo, con una nota generica e tempi troppo lunghi: si parla di variazioni di bilancio senza quantificazione delle risorse. È inaccettabile, perché la trattativa non può neppure iniziare senza la costituzione del fondo".
Undici punti, poi, solo per quanto riguarda la Polizia Locale. "Abbiamo presentato una proposta articolata, ma da mesi regna il silenzio. Si va da problemi di vestiario – un anno e mezzo senza forniture –, alle tutele legali insufficienti, fino alla questione della caserma, oggi ancora in via Setteponti, che versa in condizioni a dir poco inadeguate. Di via Filzi, ipotesi già respinta nel 2018, non si parla più se non per contenziosi legali. E il personale resta fermo, senza prospettive concrete".
Una questione di sostenibilità lavorativa sia per quanto riguarda il salario che il sistema di gestione delle risorse umane a servizio del Comune: "Siamo di fronte a un esodo continuo, Il nostro personale ha un gap salariale anche di 5-600 euro al mese rispetto a chi svolge le stesse mansioni altrove". E se il tentativo di conciliazione fallisse? "Saremo liberi di avviare ogni forma di mobilitazione. Non è una decisione presa a cuor leggero: nessuno può dire che non abbiamo tentato il dialogo".