Luca Amodio
Cronaca

“Ditemi perché è morto mio marito?”. Giallo dopo l’ospedale, parla la moglie. Racconto dell’amico che lo ha trovato

La fine in casa dopo essere stato dimesso: all’autopsia seguono altri esami L’Asl apre inchiesta interna. L’amico: “Era in pigiama sdraiato sul divano”

La procura indaga sulla morte di un uomo e la Asl ha avviato un’indagine interna

La procura indaga sulla morte di un uomo e la Asl ha avviato un’indagine interna

Arezzo, 25 maggio 2025 – “Voglio che venga fatta chiarezza”. È l’appello di Roberta, la moglie di Loris Garzi, il 66enne trovato senza vita lunedì 12 maggio nella sua casa di Cortona, poche ore dopo essere stato dimesso dal pronto soccorso dell’ospedale della Fratta con una diagnosi di cefalea e la prescrizione di un antidolorifico.

Roberta era in Brasile quando ha ricevuto la tragica notizia: “Sono sconvolta, non conosco bene la legge italiana, per questo ho incaricato un avvocato”, racconta. A rappresentarla è il legale Gabriele Bidini, che conferma l’avvenuto esame autoptico ma sottolinea la necessità di ulteriori approfondimenti, in particolare di tipo cardiologico. Un nuovo accertamento è previsto per metà giugno, con la partecipazione di periti nominati sia dalla famiglia sia dal medico del pronto soccorso, al momento indagato: un’iscrizione nel registro che, al momento, non significa nulla sul piano delle responsabilità penali ma è anzi una forma di garanzia nei suoi confronti visto che gli consente di partecipare agli esami.

La Procura ha già aperto un fascicolo per omicidio colposo in ambito sanitario mentre ieri l’Asl, dopo il caso raccontato su La Nazione, in una nota ha espresso “vicinanza alla famiglia” e come da prassi conferma di aver “avviato un’indagine interna” per far luce sui fatti.

Intanto, gli inquirenti vogliono chiarire se nella gestione clinica del paziente vi siano state imperizia, negligenza o omissioni. L’uomo si era recato per la prima volta all’ospedale della Fratta il 4 aprile, dopo un trauma cranico. Gli era stata prescritta una Tac da eseguire entro 40 giorni. Ma quel controllo non è mai arrivato: l’11 maggio è tornato in ospedale per forti dolori alla testa e alla zona cervicale, ma è stato dimesso in giornata. Nella notte è morto. A trovarlo è stato l’amico e vicino di casa: “Non mi rispondeva, mi sono preoccupato. Con un’amica siamo entrati e lo abbiamo trovato morto, vestito da notte”, spiega Paolo.

I carabinieri hanno già acquisito la cartella clinica, ascoltato i primi testimoni e raccolto la documentazione necessaria per ricostruire le ultime settimane di Loris Garzi. Al centro dell’indagine c’è la valutazione delle scelte cliniche compiute durante l’ultimo accesso in pronto soccorso. Gli inquirenti dovranno accertare se la morte dell’uomo possa essere stata determinata da una condotta colposa da parte del personale medico, cioè da negligenza, imprudenza, imperizia, oppure dalla violazione di leggi, regolamenti o protocolli clinici.

Saranno gli accertamenti previsti per giugno, in particolare quelli cardiologici, a chiarire i dettagli della vicenda. Al momento l’ipotesi da reato è tutta da dimostrare.