
Bertelli completa il salvataggio dell’ex fabbrica: così la restituzione alla città. Da settembre il "casting" dei Costanti .
Un cerchio rosso al calendario, il sigillo su una data: 29 luglio. Appuntamento dal notaio e la Lebole cambia storia. Finisce un’era, tra fasi altalenanti di rilanci e frenate, e si apre un nuovo orizzonte per un’area strategica, incastonata tra il polo industriale e quello fieristico. è l’area-ponte per il centro della città e il “biglietto” da visita per chi arriva dal raccordo autostradale. Turisti ad esempio, ma non solo: uomini d’affari, convegnisti, espositori. Patrizio Bertelli firmerà l’atto di compravendita e dall’altra parte del tavolo ci sarà Marco Carrara, manager della famiglia di imprenditori pistoiesi che Carrara, imprenditori pistoiesi proprietari dell’ex fabbrica che negli anni ‘70 ha dato slancio all’industrializzazione della città (ci lavoravano cinquemila dipendenti). Una "città" alle porte della città con i suoi 170mila metri quadrati di superficie, parte dei quali con immobili. Tra una manciata di giorni, Bertelli metterà il sigillo all’acquisizione dell’enorme area: un’operazione da otto milioni di euro che apre un nuovo corso non solo per l’ex Lebole ma pure per Arezzo che da anni attende il recupero di una zona strategica. Resta ancora da definire la destinazione ma il piano d’azione è già nei pensieri di Bertelli. Dopo il perfezionamento dell’acquisizione, si procede per step. Anzitutto una massiccia opera di ripulitura e bonifica dell’intera area che passa anche attraverso la demolizione di alcuni edifici. La seconda fase è la progettazione del nuovo polo che, a quanto pare, non avrà una finalità produttiva. Alcuni edifici verranno ricostruiti ex novo secondo canoni architettonici e stilistici improntati all’eleganza e alla bellezza. Una parte dell’immensa superficie, dovrebbe diventare un parco che l’imprenditore aretino vorrebbe aprire agli aretini.
Certo è che il sigillo sulla Lebole restituisce alla città il suo skyline e lo collega ad un futuro potenziale collegamento con il polo espositivo, proprio lì, dirimpettaio nello stesso "pianerottolo" d’asfalto. E nuovi scenari di sviluppo, per tutti: 170mila metri quadrati di superficie, in parte con edifici, oggi ridotti a scheletri di cemento, passano dalla proprietà dai Carrara che hanno costruito il gigante industriale nel settore delle cartiere, a quella del patron di Prada, attraverso l’Immobiliare Peschiera, la stessa società che opera per conto dell’imprenditore aretino. Ma in questo caso la Maison della moda non c’entra, perchè tutta l’operazione riguarda l’unico obiettivo che Bertelli si è dato: riqualificare un pezzo fondamentale del tessuto urbano e produttivo. Anche perchè, dice chi lo conosce bene, non gli andava proprio giù di vedere l’ex Lebole agonizzante, abbandonata come una balena spiaggiata, senza futuro. È lo stesso "sentiment" che lo ha spinto a donare - a titolo personale - un milione di euro per salvare la facciata della Pieve dai danni del tempo. La stessa ragione che lo ha portato ad acquisire il Caffè dei Costanti e la Buca di San Francesco, lo storico ristorante rinato e rilanciato da Bertelli, con l’ultima "chicca" per i clienti: il giardino d’estate dove cenare ma pure incontrarsi per l’aperitivo. Facile immagine che una volta riaperto il Caffè che guarda gli affreschi di Piero della Francesca, la piazza tornerà allo splendore di un tempo, nel segno dell’eleganza e della qualità, quasi maniacale. Quella per la quale Bertelli sta per avviare la selezione dei gestori: ha in mente una pasticceria e caffetteria di altissimo livello, secondo il clichè di un tempo ma con gli innesti dell’attualità. Anche per questo la tabella di marcia ha tappe ben precise: le previsioni indicano la riapertura a fine anno, ma tra poche settimane partiranno i colloqui con i cinque imprenditori, tre aretini, che hanno manifestato interesse. E l’avvio della ristrutturazione di Palazzo Carbonati - sarà un hotel di lusso - completa il mosaico del cuore di un imprenditore ancorato alle sue radici.