LUCIA BIGOZZI
Cronaca

"Ora la Lebole è in buone mani". Obiettivo? Far crescere la zona. Sindaco: noi a fianco di Bertelli

"Sono felice se ne occupi personalmente: il Comune farà la sua parte per il rilancio complessivo". Quel fascicolo scomodo da anni sulla sua scrivania, adesso la svolta. "Un grande sollievo per tutti".

Un dettaglio della ex fabbrica che ha segnato la storia della città

Un dettaglio della ex fabbrica che ha segnato la storia della città

Non va oltre i confini del bon ton istituzionale perchè "c’è un’operazione in corso e la riservatezza è d’obbligo". Prudenza. Tuttavia, visto che la notizia ormai è trapelata e in città non si parla d’altro, manifesta volentieri la sua "esplicita felicità". In filigrana, qualcosa di più: perchè il dossier Lebole, Alessandro Ghinelli l’ha studiato e ristudiato sulla scrivania di Palazzo Cavallo, seguendolo personalmente in ogni step. Difficile strappargli qualcosa nei mesi in cui si limitava a dire che la svolta per la Lebole era vicina. Anche quando, il Covid fermò tutto, e i progetti che allora cominciavano a prendere forma, rimasero chiusi nei cassetti dei potenziali compratori. Quelli che a fasi alterne hanno girato lo sguardo all’ex fabbrica che ha segnato la storia della città. Un complesso imponente, oltre tredici ettari, con immobili e spazi enormi: quanto basta per solleticare la creatività di imprenditori interessati all’acquisto.

Oggi si scrive un’altra storia, e lo fa Patrizio Bertelli, imprenditore aretino nel dna, quello di Colcitrone. L’acquisizione di tutta l’area - sarà definitivamente chiusa a fine mese, ma c’è già il preliminare di compravendita depositato all’Ufficio delle Entrate - è il segno della volontà di rilanciare un’area strategica a ridosso del centro e a un passo dal polo fieristico ed espositivo. Quasi un collegamento naturale, se non fosse per il tratto del raccordo che separa le due realtà. E il rilancio della Lebole, è facile immaginare, potrebbe essere il carburante per alimentare il motore dello sviluppo in quel quadrante della città.

Anche per questo il sindaco Ghinelli commenta: "Sono felice del fatto che sia Patrizio Bertelli in persona a portare avanti l’operazione di acquisizione in corso e sono convinto che su questa iniziativa metterà forza, energia, e pure fantasia". Poi assicura che l’amministrazione comunale "gli starà accanto e farà fino in fondo la propria parte affinchè questa area così strategica della città, si riqualifichi definitivamente".

E il valore della progettualità che Bertelli può esprimere sui 170mila metri quadrati di superficie che lambiscono il raccordo e si incuneano nella zona industriale, è il passepartout per disegnare un nuovo orizzonte, dopo anni altalenanti che hanno provocato l’impasse. E perfino per restituire alla città il suo skyline, secondo lo stile e la valorizzazione del bello di cui l’imprenditore aretino è capace. E del resto lo ha dimostrato salvando dall’oblio Palazzo Carbonati, l’ex pretura, destinato a diventare un albergo extra lusso, che manca in città e può rappresentare un ulteriore richiamo per i turisti, sopratutto per chi arriva da Oltreoceano e pure dall’Oriente. Del resto, i dati in aumento delle presenze, confermano questa necessità.

Le prossime settimane saranno decisive non solo per concludere definitivamente l’accordo con la famiglia Carrara, imprenditori pistoiesi del colosso delle cartiere, ma anche per capire la destinazione dell’intera area Lebole e, di conseguenza, l’impatto sul polo fieristico e il distretto industriale.

"Il ’caso’ Lebole è finalmente chiuso, la notizia dell’acquisto dell’area da parte di Patrizio Bertelli è una bella notizia per Arezzo. Va detto che un imprenditore illuminato - e Bertelli lo è - investe in una città in crescita e Arezzo lo è", commenta il vicesindaco Lucia Tanti. Che si sofferma su un punto. "Questo acquisto storico è la dimostrazione che oggi Arezzo è tornata ad essere una città su cui si può investire per il futuro, una città attrattiva che ha ritrovato protagonismo e centralità. Dieci anni fa non era così".