MARIANNA GRAZI
Cronaca

Amore e dolore: parlano i diari. Ecco gli otto finalisti di Pieve. Viaggio nella storia di un secolo

Dal ventenne catturato a Caporetto alle vittime del nazismo fino alle storie di speranza e missione di oggi. Ben due epistolari tra sposi divisi dalle guerre o dalla carriera. Il vincitore sarà proclamato il 21 settembre.

Gli otto protagonisti dei diari finalisti del Premio Pieve 2025: voci diverse e vite. unite dal coraggio di raccontarsi

Gli otto protagonisti dei diari finalisti del Premio Pieve 2025: voci diverse e vite. unite dal coraggio di raccontarsi

di Marianna GraziPIEVE SANTO STEFANOUn viaggio emotivo e necessario tra le pieghe della storia, dove l’io diventa noi e dove la scrittura salva. Pieve Santo Stefano accoglie dal 18 al 21 settembre la 41esima edizione del Premio Pieve Saverio Tutino, che da oltre quarant’anni custodisce e celebra le vite comuni trasformate in memoria collettiva. Il titolo del concorso, "1945-2025 – Il ritorno della memoria", rivela il senso di questa manifestazione: tra le storie finaliste c’è chi scrive per restare vivo, chi affida alla carta le sue lettere d’amore, chi il dolore o i sogni per un futuro lontano. Testimonianze e lettere che attraversano il nostro Paese dal Novecento fino ai giorni nostri, tra guerra, affetti, esilio e rinascita.

L’Archivio Diaristico Nazionale ha raccolto come ogni edizione voci vere, fragili e potenti insieme, e ne ha selezionate otto tra le migliaia custodite nella Città del Diario. Otto frammenti del nostro passato e del presente, accomunati dalla forza di uno sguardo personale e dal desiderio di lasciare un segno e con esso non essere dimenticati.

A scegliere il vincitore sarà una giuria di esperti, il cui verdetto verrà svelato domenica 21 settembre durante la serata condotta da Guido Barbieri e Monica D’Onofrio. Il Premio Pieve Saverio Tutino è organizzato dall’Archivio Diaristico Nazionale con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Toscana, Comune di Pieve Santo Stefano, e altri importanti enti, e vanta la media partnership Rai.

Ma chi sono i finalisti? C’è il diario-memoria "Io credevo di far resistenza" di Ricciardo Vaghetti, ventenne toscano catturato a Caporetto nel 1917, che sopravvive alla prigionia grazie all’amore per l’umanità. Ci sono le lettere strazianti tra Vittorio Binotto e Bernardina Casarin ("Questo tempo della mia felicità desiderata"), giovani sposi divisi dalla Seconda guerra: lui disperso in Russia e lei sola a crescere i figli.

Dal Dodecaneso, tra il 1943 e il 1946, arrivano le testimonianze di Tito Zampa ("Fuga da Kos") e Arnaldo Manni: il primo, falegname marchigiano, sfuggì ai nazisti e tornò a casa dopo anni; il secondo, ingegnere emiliano, fu costretto a una scelta lacerante tra RSI e deportazione, lasciandone traccia nel diario "Bisogna andare a Rodi".

Si cambia scenario con la memoria di Francesca Ingoglia, "Partanna New York", una siciliana in bilico tra i due luoghi in cerca di una vita migliore. E con l’epistolario intitolato "Dovunque la fisica fosse Fisica" tra lo scienziato Eduardo Caianiello e la moglie Carla Persico, intellettuali divisi tra la promessa dell’America e i legami con Napoli.

Infine sono due le testimonianze che parlano al presente: "Sono nuovamente me stessa" della dottoressa Chiara Castellani, missionaria medico in Africa che ha lottato per portare l’acqua in un ospedale abbandonato; e la struggente autobiografia di Debora Pietrarelli intitolata "La nebbia": la sua è stata una vita segnata dalla perdita, dalla strada, e infine dalla rinascita in una comunità terapeutica.