
Insieme a Selene Ricco e Roberto Besana ha preparato il libro sul Centenario "Il Palio è uno di quei momenti della vita che restano dentro per sempre".
Il Palio del Golfo lo ha visto e vissuto da ogni prospettiva e le emozioni sono finite nel libro dal titolo “Cento anni di passione infinita“ curato da Riccardo Bonvicini, Selene Ricco e Roberto Besana. Per il giornalista Riccardo Bonvicini il Palio non è soltanto un evento di cronaca, un momento da seguire e commentare. E’ qualcosa di forte, quasi difficile da sintetizzare. "È un virus, che ti infetta e non guarisci – spiega – e non serve neppure vincerlo. Nella vita di ognuno di noi ci sono momenti indimenticabili, la graduatoria è soggettiva. Ma chi ha partecipato da protagonista al Palio senza dubbio lo inserisce tra i giorni più belli di sempre".
Quando nasce il suo rapporto con il Palio?
"Ho visto 55 edizioni. Nel 1970 sono stato uno dei vogatori della squadra juniores della Venere Azzurra, che si è classificata al terzo posto. Poi ci sono state le edizioni del 1971, del 1972 e del 1974 nella classe senior con il Santerenzo".
Dall’acqua alla tribuna nelle vesti professionali...
"Ho iniziato nel 1975 e fino al 1983 ne ho scritto per questo quotidiano per poi passare l’anno successivo al Secolo XIX, seguendolo fino al 1992. E comunque ho visto tutte le altre edizioni da spettatore, perdendo soltanto quella del 1977 perché impegnato nel servizio militare".
Il segreto di questa manifestazione?
"L’atmosfera. Chi gareggia sa di cosa sto parlando. È un momento magico di adrenalina ed emozione. Si è immobili e concentrati sulla gara che si vuole impostare e basta impugnare il remo per sentire intorno un silenzio irreale. La quiete che si trasforma in battaglia allo sparo".
E poi quella corsa a perdifiato. Che cosa si prova?
"Senti vibrare il mondo intorno e quella confusione contribuisce a darti forza. Il vincitore sicuramente proverà emozioni incredibili ma posso garantire che tutti si emozionano. Anche chi arriva ultimo, e posso testimoniarlo essendomi piazzato alle spalle di tutti. Ma non importa, quello che conta è viverla, questa sensazione indimenticabile".
Quanto è cambiato negli anni il pubblico?
"Adesso ci sono i petardi, i fumogeni colorati e il clima è decisamente da stadio. In passato avevamo i tamburi e i megafoni ma, strumenti a parte, l’entusiasmo è sempre lo stesso. Rivalità, passione, tifo e voglia di sostenere la propria borgata".
E in mare cosa è cambiato?
"Questa è stata la vera rivoluzione. Una volta i ragazzi giocavano a calcio, a basket o a pallavolo fino a maggio, poi entravano in acqua e si preparavano al Palio. C’erano equipaggi forti, ma non così allenati. Adesso il Palio si corre per undici mesi e i vogatori sono atleti veri, allenatissimi. Diciamo che da momento di folclore è diventato vero e proprio agonismo".
Lo spirito invece non cambia?
"Quello mai. E ne vale sempre la pena. Arrivare primi, ultimi o a metà classifica, è la stessa cosa. Quello che è importante è vivere questa atmosfera incredibile che ancora oggi mi fa emozionare".
E cosa le suggerisce di dire?
"Evviva il Palio, sempre".
A che numero siamo in fatto di pubblicazioni?
"Siamo al quinto libro. Il primo risale al 1987 e fu una raccolta delle cronache delle varie edizioni pubblicate dai quotidiani. Poi arrivò quello dedicato alla storia e alle borgate scritto insieme ai colleghi Amerigo Lualdi e Paolo Ardito. E ancora la storia dei maestri d’ascia e quindi quello dedicato alla sfilata. Adesso parliamo delle celebrazioni del Centenario".
L’arrivo delle donne è stata la conferma della forza della manifestazione?
"Assolutamente sì. Si diceva che nessuna ragazza avrebbe messo a rischio lo smalto delle unghie e avrebbe accettato i calli nelle mani. E invece la storia è andata, per fortuna, diversamente".
Il Palio dura veramente 12 mesi?
"C’è una sosta soltanto all’indomani della gara. Poi vincitori e vinti sono nuovamente in acqua per allenarsi. E’ una sfida continua sia in barca che fuori".
Cosa non mancherà mai in questa sfida ?
"La voglia di stare insieme e portare avanti la tradizione che è diventata storia ed elemento di qualità".