
Il paesaggio di Cortona con il fotovoltaico visto attraverso l’intelligenza artificiale
Pannelli fotovoltaici in Valdichiana? A riaccendere il dibattito è stata l’intelligenza artificiale che ha "installato" impianti fotovoltaici tra le campagne cortonesi. Un’immagine simulata, ma realistica, che ha riaperto il confronto sulla proposta di legge regionale toscana che individua le aree idonee per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Secondo la bozza della legge, al solo Comune di Cortona verrebbero destinati oltre 16 km² di superficie per impianti agrivoltaici, circa il 20% dell’intera quota provinciale.
Una scelta giudicata sproporzionata dall’Amministrazione comunale, che aveva già espresso la sua ferma contrarietà e annunciato una mozione in Consiglio per chiedere una moratoria sul procedimento e limiti chiari all’uso agricolo del suolo per scopi energetici. "Il nostro paesaggio e il nostro territorio non sono risorse sacrificabili – aveva detto il sindaco Luciano Meoni – la Regione fermi questo iter e apra un confronto serio".
Meoni aveva ricordato anche che Cortona, insieme ad altri dieci comuni della Valdichiana, ha avviato il percorso per l’iscrizione al registro nazionale dei paesaggi rurali storici, promosso dal Ministero dell’Agricoltura, con il supporto della stessa Regione Toscana. Un’iniziativa che valorizza il paesaggio agrario modellato nei secoli con le opere di bonifica, ancora visibile nella forma degli appezzamenti.
Sul tema è intervenuto ieri anche il consigliere comunale e agronomo Matteo Finocchi, che, oltre a postare la foto realizzata dall’IA, ha messo in guardia dai rischi tecnici legati agli impianti: "Colture come frumento, mais e girasole subiscono cali produttivi significativi in presenza di ombreggiamento. Lo dicono i dati scientifici, non le opinioni. E se il pascolo fosse un’alternativa, va ricordato che in dieci anni in Valdichiana abbiamo perso migliaia di capi bovini e ovini. Chi mangerà quel foraggio?".
Finocchi solleva inoltre una questione economica: "In un mondo in cui i costi di produzione agricola sono in costante aumento e le marginalità sempre più basse, gli agricoltori si trovano in una situazione di estrema vulnerabilità. È qui che entrano in gioco grandi gruppi, offrendo per i terreni valori che superano di due o addirittura tre volte il prezzo di mercato. Cosa dovrebbe fare un agricoltore in una simile condizione? Accettare un’offerta che potrebbe garantire stabilità economica, ma che lo costringerebbe ad abbandonare un’attività e uno stile di vita tramandati da generazioni, dedicandosi alla produzione di energia invece che di cibo?"