MATTEO MARZOTTI
Cronaca

Addio a Ferretti, presidente del ripescaggio in C

Quasi cinque anni al vertice: dall’ambizione di vincere la D al ritorno in Lega Pro sotto la spinta della piazza

Mauro Ferretti è stato presidente dell’Arezzo dal gennaio del 2013 al novembre. 2017

Mauro Ferretti è stato presidente dell’Arezzo dal gennaio del 2013 al novembre. 2017

AREZZO

Si è spento sabato scorso all’età di 77 anni, dopo una lunga malattia, Mauro Ferretti, ex presidente dell’Arezzo dal gennaio del 2013 al novembre del 2017.

Difficile riassumere in poche righe quei quattro anni e dieci mesi di presidenza segnati dal’ambizione di vincere la serie D sul campo, dal ripescaggio sotto la spinta soprattutto della piazza e dell’allora tecnico Capuano.

Il sogno della serie B sfumato nella lotteria dei playoff, e poi l’ultimo periodo della propria presidenza segnato da bilanci in sofferenza e da quella decisione di compiere un passo indietro, cedendo la società.

Imprenditore romano nel settore delle pulizie industriali, Ferretti rilevò il club amaranto il 9 gennaio del 2013, dalla Sport&Events di Gino Severini, presentandosi poche ore dopo al campo di allenamento in viale Gramsci per conoscere squadra e staff.

In quasi cinque anni di presidenza, nonostante un primo impatto positivo con l’ambiente, non mancarono frizioni con tifoseria e stampa in mezzo a un tourbillon di allenatori e dirigenti.

Sotto la sua gestione sono passati ad Arezzo qualcosa come dieci allenatori – Bacis, Nofri, Mezzanotti, Chiappini, Cardinali, Capuano, Bucaro, Sottili, Bellucci, Pavanel – e almeno nove tra direttori generali e sportivi passando da De Nicola a Dioguardi, da Bonafede a Pagni, da Diomede a Ciardullo, quindi Lami, Riccioli e Gemmi. Mauro Ferretti – che rilevò l’Arezzo in serie D portandolo in Lega Pro tramite il secondo tentativo di ripescaggio andato a buon fine nell’estate del 2014 – nel 2017 decise di compiere un passo indietro lasciando il club alla Neos Solution con l’imprenditore Marco Matteoni che assunse la carica di presidente del Cavallino.

Da lì inizio un periodo a dir poco nerissimo per il club, con il tribunale che ne decretò il fallimento, concedendo però l’esercizio provvisorio, innescando la "battaglia totale" vinta in campo - con la salvezza, nonostante una cospicua penalizzazione in classifica - e fuori con il pagamento delle vecchie pendenze grazie a una straordinaria raccolta fondi promossa da Orgoglio Amaranto.

Dopo l’esperienza con l’Arezzo, Ferretti non era rimasto lontano dal mondo del calcio, tornando in piazze come Livorno come socio di minoranza, e successivamente a Rieti, ma senza ottenere risultati di successo, o piazzamenti significativi. Alla famiglia le più sentite condoglianze da parte della redazione de La Nazione.

Matteo Marzotti