
L’Unione dei Comuni Montani del Casentino sarà capofila a fino al 2028. Obiettivo, trovare una nuova vita e un lavoro stabile ai cittadini stranieri. .
POPPIL’Unione dei Comuni Montani del Casentino sarà capofila anche per il triennio 2026-2028, del progetto Sai, un sistema nazionale di accoglienza e integrazione per stranieri finanziato dal Ministero dell’Interno a cui hanno aderito tutti gli 8 comuni che fanno parte della rete e che nel quinquennio dal 2020 al 2025 ha sostenuto nel trovare una nuova vita e un lavoro stabile 220 cittadini stranieri. Sono 65 i posti disponibili gestiti dall’Unione tra Casentino, Valdarno e Valtiberina. L’equipe del progetto garantisce una serie di servizi che vanno dall’orientamento e accompagnamento nell’accesso all’iscrizione anagrafica, all’inserimento lavorativo fino all’accesso ai sistemi sanitario e sociale. I progetti di inclusione fanno forza su una rete di 32 soggetti tra cooperative e associazioni. Il progetto accoglienza stranieri prevede anche specifici contributi affitto per ragazzi che sono in uscita dal progetto stesso con contratti di lavoro solidi. Col nuovo progetto saranno garantiti questi posti: 14 posti finanziati a Poppi, 8 posti a Bibbiena, 10 posti a Pratovecchio-Stia, 4 a Bucine, 11 a San Giovanni Valdarno, 6 posti a Terranuova Bracciolini, 7 a Sansepolcro e 5 posti a Loro Ciuffenna.
"La catteristica principale dei servizi del progetto Sai - spiega Daniela Nocentini responsabile dei servizi sociali dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino - è la qualità dei percorsi di accoglienza finalizzati all’integrazione con interventi mirati che garantiscano in tempi certi una vita in autonomia". Nello scorso quinquennio tanti giovani hanno imparato la lingua e trovato un lavoro. "Questo progetto è una realtà consolidata del territorio - dice Eleonora Benassi referente per Arci - Grazie all’accoglienza diffusa è stato possibile l’incontro tra culture diverse e la creazione di comunità solidali. I migranti hanno dato una risposta alla domanda lavorativa dell’area, anche in settori dove risulta difficile il reperimento di manodopera, mentre l’inclusione ha restituito ai migranti l’appartenenza ad una comunità di cui sono diventati parte attiva".
So.Fa.