REDAZIONE VIAREGGIO

Ventitrè anni senza ’Nappita’

E’ stata una magnifica eccellenza cittadina, non solo in campo sportivo. Il bagaglio di sue amicizie (a cominciare da quella...

Alberto. Bertuccelli e Agnelli

Alberto. Bertuccelli e Agnelli

E’ stata una magnifica eccellenza cittadina, non solo in campo sportivo. Il bagaglio di sue amicizie (a cominciare da quella con l’Avvocato, al secolo Gianni Agnelli) e conoscenze era un patrimonio importante per Viareggio e anche per la Versilia: Alberto ‘Nappita’ Bertuccelli – del quale il giorno di Ferragosto ricorreva l’anniversario della scomparsa avvenuta 23 anni fa - è stato un calciatore professionista, testimonial orgoglioso della città in tutte le stagioni in cui ha calcato i campi di calcio della serie A, soprattutto quando ha indossato, con orgoglio e risultati brillanti, la maglia della Juventus, raggiungendo anche il traguardo della scudetto e della Nazionale. Proprio in azzurro, il debutto di Alberto Bertuccelli – lo ricordava sempre con orgoglio e una punta di commozione – è avvenuto nel maggio 1949, allo stadio di Firenze, nella prima partita disputata dagli Azzurri dopo la tragedia di Superga nella quale (per chi non lo ricordasse…) persero la vita i giocatori del Torino che per dieci undicesimi erano titolari in Nazionale. Anche se con solo sei presenze, Bertuccelli rimane al momento il giocatore viareggino e versiliese che vanta il maggior numero di gettoni con la maglia azzurra della Nazionale A.

Erano soprattutto i suoi racconti – sempre rispettosi e mai pettegoli dei personaggi di cui parlava con il piacere di condividere quei ‘quadretti’ – a conquistare l’interlocutore incuriosito di un calcio diverso da quello dei ‘nostri’ giorni: memorabile le liturgie di casa Juventus – una casa che molti calciatori e allenatori viareggini – hanno frequentato nel corso della loro carriera, dove oltre allo stile e alla compostezza, l’aplomb sabaudo, contava solo una cosa: vincere. Il piacere di raccontare e di condividere con gli altri pezzi di storia calcistica vissuta non da spettatori ma da protagonisti, con il vezzo del ‘no, questo non si può dire’, il tutto condito da piccole e grandi lezioni di vita vissuta in giro per il mondo, portando sempre nel cuore gli umori e gli odori della sua Viareggio.

Anche per questo la figura di Alberto ‘Nappita’ Bertuccelli, oltre ad essere ricordata dalle ‘Vecchie Glorie Bianconere’ dovrebbe essere un vanto e un obbligo della città. Come? Le idee non mancherebbero. Su questo siamo più che sicuri.