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Eccidio di Sant’Anna di Stazzema, un orrore che è vietato dimenticare. Le parole di Mattarella

Il Presidente: “La Repubblica riconosce in questo luogo di martirio, in questo sacrario civile, una delle sue più profonde radici”

La cerimonia di commemorazione a Sant'Anna di Stazzema (foto Aldo Umicini)

La cerimonia di commemorazione a Sant'Anna di Stazzema (foto Aldo Umicini)

Stazzema (Lucca), 12 agosto 2025 – “Oggi le guerre tornano a gettare le loro ombre spettrali, con la ferocia che la storia già ci aveva mostrato e che speravamo per sempre dissolta. L'eccidio di Stazzema, la ferita indelebile impressa nella nostra storia, rappresenta un pungolo per richiamare alla responsabilità di respingere la violenza dell'uomo contro l'uomo, per costruire convivenza, rispetto del diritto fra eguali. La centralità della persona umana e il valore della comunità in cui vive sono il lascito esigente di chi ha vissuto gli orrori e lavora per ricostruire”. Lo scrive in un messaggio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ricordando che “il 12 agosto 1944 si compì a Sant'Anna e nelle frazioni di Stazzema un eccidio tra i più sanguinosi ed efferati della Seconda Guerra Mondiale”.

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12 agosto 1944, l’eccidio. Cosa accadde quel giorno a Sant’Anna di Stazzema

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“Oltre cinquecento persone – donne, anziani, sfollati, tanti bambini – vennero trucidate senza alcuna pietà – prosegue il capo dello Stato – e molti dei loro corpi accatastati e bruciati. Uno spaventoso calvario, divenuto simbolo degli orrori delle guerre, della logica di annientamento delle SS, delle disonorevoli ed esecrabili complicità fasciste. La Repubblica riconosce in questo luogo di martirio, in questo sacrario civile, una delle sue più profonde radici. Dall'abisso del dolore e della sofferenza la comunità di Stazzema e, con essa, l'Italia intera, hanno trovato le forze per riscattare la disumanità degli oppressori, per edificare su basi nuove la dignità delle persone, la libertà per tutti, la democrazia, la pace. La memoria è la condizione che tiene unite le generazioni nel progredire dell'identità di un popolo, tiene vigili le coscienze perché violenza, odio, volontà di dominio non abbiano a prevalere. Oggi le guerre tornano a gettare le loro ombre spettrali, con la ferocia che la storia già ci aveva mostrato e che speravamo per sempre dissolta. L'eccidio di Stazzema, la ferita indelebile impressa nella nostra storia, rappresenta un pungolo per richiamare alla responsabilità di respingere la violenza dell'uomo contro l'uomo, per costruire convivenza, rispetto del diritto fra eguali. La centralità della persona umana e il valore della comunità in cui vive sono il lascito esigente di chi vissuto gli orrori e lavora per ricostruire”.

"Eccidio di Sant'Anna di Stazzema: una pagina vergognosa della nostra storia che tutti ricordano con lo stesso dolore e con la stessa esecrazione" è invece quanto scritto dal presidente del Senato Ignazio La Russa in un post sui social postando la foto del monumento alle vittime della strage nazifascista.

"A 81 anni dall'eccidio nazifascista di Sant'Anna di Stazzema, rinnoviamo il ricordo di una pagina terribile della storia del Novecento. La memoria di quanto accaduto deve farsi sempre più coscienza dell'atroce barbarie che venne consumata contro innocenti e del prezzo altissimo che fu pagato per la conquista delle libertà. Un pensiero profondo e rispettoso alle famiglie delle vittime, a cui ci stringiamo nel ricordo e nel dolore”, dice invece il presidente della Camera Lorenzo Fontana.

Giani ricorda la vittima più giovane

"La vittima più giovane, Anna Pardini, aveva solo 20 giorni". Il 12 agosto del 1944, a Sant'Anna di Stazzema, "560 persone tra cui molti bambini, donne e anziani persero la vita in una delle più drammatiche stragi nazifasciste della storia del nostro Paese. La Toscana non dimentica". Lo ha scritto sui propri canali social il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, presente questa mattina alla commemorazione della strage.

A Sant'Anna di Stazzema, interviene anche il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, "il male mostrò il suo volto più atroce: donne, uomini, anziani, bambini innocenti furono strappati alla vita dalla violenza cieca della guerra e dell'odio. Ricordare non è un esercizio retorico. È un dovere verso chi non c'è più, verso chi ha resistito, verso le generazioni che verranno". Farlo, prosegue, "significa ribadire che la nostra democrazia e la nostra libertà nascono anche da quel sangue versato, da quelle vite spezzate, dal coraggio di chi, pur sapendo di rischiare tutto, scelse di opporsi al fascismo e al nazismo". Sant'Anna, quindi, "non è soltanto un luogo della memoria: è un monito vivo. Ci chiede di vigilare, di respingere ogni forma di odio, di intolleranza, di discriminazione. Ci chiede di custodire la pace, ogni giorno, nelle parole e nei gesti, perché la storia non si ripeta mai più". Per questo, "in questa legislatura, abbiamo inserito l'antifascismo nello statuto regionale, affinché resti inciso tra i valori fondanti della nostra comunità e guidi le scelte di oggi e di domani. A chi oggi porta ancora nel cuore quella ferita, va il nostro abbraccio. A chi verrà dopo di noi, lasciamo il compito di continuare a ricordare. Perché il ricordo è l'unico vaccino contro l'orrore".

Il ministro Giuli e il “dovere di commemorare”

"Ricordiamo con dolore le vittime dell'eccidio di Sant'Anna di Stazzema. Oggi e sempre abbiamo il dovere di commemorare gli episodi più bui ed esecrabili della storia, perché soltanto una memoria storica condivisa permette di creare le condizioni affinché orrori, atrocità, guerre, non si ripetano, e perché i valori della pace e della democrazia ci guidino. La consapevolezza storica, e il ricordo di ogni vittima, siano memento per una nuova prospettiva di Concordia”, dice il ministro della Cultura Alessandro Giuli.

I commenti

“A Sant'Anna di Stazzema la ferocia nazifascista ha ucciso e oltraggiato mostrando il suo vero volto. Resta intatto ancora oggi il dolore e restano intatte le ragioni per non dimenticare mai e continuare a difendere i valori sui quali si fonda la nostra democrazia, anche alla luce di quello che sta accadendo nel mondo. La coscienza civile e la memoria collettiva sono argini che non dobbiamo mai dimenticare di costruire e fortificare”, le parole della segretaria del Pd Elly Schlein

"Fu soprattutto un eccidio di donne e bambini. A Stazzema la violenza nazifascista non risparmiò nemmeno loro. Non fu solo guerra ma odio e delirio. Ricordare è un dovere per difendere le radici della nostra democrazia", scrive sui social Chiara Braga, capogruppo del Pd alla Camera dei Deputati.