"La Divina" della musica. Patty Pravo in concerto al Festival La Versiliana

Un’artista che, con quasi sessant’anni di carriera, ha saputo reinventarsi costantemente, esplorando generi musicali diversi e mantenendo intatta la sua cifra stilistica. Una voce unica, potente e “aliena“, capace di stravolgere i canoni dell’interpretazione femminile in Italia, quella di Patti Pravo, una delle più grandi icone della musica italiana, che sarà, questa sera, alle 21.30, in concerto sul palco del 46° Festival La Versiliana, anticipata, alle 18.30, dall’autore e conduttore televisivo Luca Sommi, che presenterà, al Caffè della Versiliana, il suo ultimo libro “Solo amore. Appunti per un manifesto di difesa degli animali“ intervistato da Cinzia Monteverdi, in un viaggio emotivo e culturale per riflettere sul legame tra umani e animali.

“Ho provato tutto“ è il titolo del concerto che prende il nome dall’ultima canzone di Nicoletta Strambelli, vero nome di Patty Pravo, scritta da Francesco Bianconi e prodotta da Taketo Gohara: un ritratto vivido e sincero delle esperienze più intense dell’artista e un viaggio intimo e personale che arriva dopo un lungo silenzio discografico, con l’ultimo album di inediti risalente al 2019, il brano è una dichiarazione d’amore e resilienza, che descrive un’artista libera, capace di seguire sempre il proprio istinto senza piegarsi alle convenzioni, anche di fronte al disincanto che la vita può portare. "Francesco Bianconi ha fatto un ritratto perfetto della mia vita, dei miei incontri, delle mie avventure e del mio pensiero - racconta Patty Pravo - È il ritratto di un’artista che ha sempre fatto le sue scelte seguendo esclusivamente il proprio io e senza curarsi delle convenzioni e che è ancora qui, con tutta l’energia e il proprio desiderio di amare. Una dichiarazione di positività, che è poi il messaggio che voglio trasmettere al pubblico".

E un brano che sarà presentato, questa sera, insieme ad altrettanti della scaletta, con cui Pravo regalerà al pubblico una selezione dei suoi successi più amati, da “La bambola“, “Pensiero stupendo“ a “e dimmi che non vuoi morire“ e “Passa idea“, oltre a reinterpretazioni di canzoni altrui, come “Il mio canto libero“ e “Un senso“, in un concerto che attraversa la storia della musica italiana, e quella di chi, dall’altra parte, l’ascolta.