
La spiaggia bianca di Cala Violina
Protetta da un bosco di querce, lecci e sughere e affacciata su un mare che non ha niente da invidiare a quello caraibico, la spiaggia bianchissima di Cala Violina richiede un piccolo sforzo per essere raggiunta, ma chi decide di imbarcarsi nell’impresa viene ampiamente ricompensato dalla bellezza più genuina. Dopo distese di campi dorati di girasoli e l’aria che profuma di estate toscana, si deve lasciare il proprio mezzo in un’area sterrata e incamminarsi tra le fronde di un bosco mediterraneo. Il sentiero è lungo un paio di chilometri ed è consigliato dotarsi di scarpe comode e di una buona dose di entusiasmo. Giunti agli ultimi metri, quando il profumo del mare inizia a mescolarsi a quello della resina e la luce si fa più intensa, uno spettacolo si apre davanti agli occhi e Cala Violina si mostra in tutto il suo splendore. La cala sabbiosa abbraccia una scogliera verde e bagnata da un mare turchese, ma non è solo il paesaggio a evocare un tocco di magia, bensì anche l’origine del toponimo. Cala Violina, infatti prende il nome da una leggenda affascinante: si dice che, camminando sulla sua sabbia finissima, il vento riesca a produrre un suono simile a quello delle corde di un violino. Un fenomeno raro, quasi poetico, che rende questa spiaggia unica.
A Cala Violina ci si possono concedere lunghi bagni nell’acqua trasparente, riposo della mente e quando c’è bisogno di un po’ di ombra basta spostarsi sotto le fronde che costeggiano la spiaggia. Quando il sole inizia a calare, tutto si tinge di una luce dorata, regalando un momento di cui fare tesoro. Inserita nella Riserva Naturale delle Bandite di Scarlino in Maremma, tra Punta Ala e Follonica, Cala Violina è un angolo di paradiso protetto, dove la natura regna sovrana.
È necessario il massimo rispetto per un ambiente fragile, tanto che nei mesi estivi l’ingresso è a numero chiuso su prenotazione. Rimangono ad accesso libero, invece, altre due bellissime spiagge nel solito tratto di costa: Cala Martina e Cala Civette, raggiungibili a piedi o in bicicletta. A Cala Martina, tra l’altro, la storia d’Italia ha lasciato un’impronta: era il 2 settembre 1849 quando Giuseppe Garibaldi, in fuga dalle guardie pontificie, salpò da questa cala a bordo di un peschereccio per raggiungere Portovenere. Un mezzobusto lungo il sentiero che porta al mare rende omaggio a quel gesto.