
Stefano Casiraghi
Quando la Viareggio-Bastia-Viareggio era la prova regina dello scintillante e glamour mondo dell’offshore, siamo negli anni ‘80 del secolo scorso, i paparazzi locali – e gli ‘imbucati’ stranieri – entravano in fibrillazione alla fine di luglio. Il motivo? Semplicemente perché all’epoca, la fascinosa Carolina di Monaco – figlia del principe Ranieri e di Grace Kelly – era annunciata in zona al seguito del fidanzato Stefano Casiraghi che aveva una passione smisurata per l’offshore. Tanto smisurata che poi purtroppo gli costò la vita trentacinque anni fa nella prova mondiale di Nizza.
Ma torniamo dalle nostre parti: dunque, Carolina di Monaco e Stefano Casiraghi, una coppia bellissima, erano il bocconcino perfetto per uno scatto da prima pagina sulle rivista patinate. Non arrivò mai. Qualcuno ci andò molto vicino, a Viareggio e dintorni. Capita. Resta però la storia – intrisa anche di piacevolissimi aneddoti – delle presenze mai banali di Stefano Casiraghi alla Viareggio-Bastia-Viareggio come la vittoria nell’edizione del 1987 e con un secondo posto l’anno successivo alle spalle di Fabio Buzzi, l’ingegnere-Archimede Pitagorico, un visionario inventore della ‘materia’.
C’è anche di più. E qui in ballo entra in gioco anche… la cucina. In che senso, verrebbe voglia di chiedere? Semplicemente perché nell’edizione del 1990 della VBV, Stefano Casiraghi si ritirò a metà percorso e venne recuperato da uno dei pescherecci della flotta viareggina che facevano parte integrante dei mezzi di soccorso dell’organizzazione curata del Club Nautico Versilia. Per addolcire, l’amarezza del ritiro i pescatori offrirono all’illustre ospite alcuni piatti ‘pescati e cotti’ a base di pesce. Quando sbarcò nel porto di Viareggio, Casiraghi aveva dimenticato la delusione del ritiro, deliziando i cronisti con il racconto della squisita ospitalità dei pescatori e di “brodetto alla marchigiana”, forse sarebbe stato meglio dire alla “sambenedettina” che aveva piacevolmente gustato in mezzo al Mar Tirreno. I pescatori trabaccolari avevano fatto centro: quel brodetto diventò per un pomeriggio – non è vero, Giuseppe Balloni? – un piatto principesco, anche se preparato con ingredienti ‘poveri’, pesce di prima scelta, pomodori e peperoni. Ma quando entra in gioco il cuore e la passione, tutti i piatti sono reali.