Walter Strata
Cronaca

Dazi, la nautica corre ai ripari: “Serve lavorare in sinergia per contenere gli aumenti”

Viareggio, i manager del settore sottolineano come la produzione più a rischio sia quella degli yacht di più piccole dimensioni, che non vengono prodotti nel Distretto

Dazi, la nautica corre ai ripari: “Serve lavorare in sinergia per contenere gli aumenti”

Viareggio, 19 luglio 2025 – I dazi imposti da Trump agitano anche il comparto della nautica viareggina, che ha come primo cliente proprio gli Stati Uniti. E gli investitori americani stanno vivendo un periodo di incertezza. Sulla questione abbiamo sentito tre esperti. Ecco il parere del vice presidente di Confindustria Nautica, Alessandro Gianneschi. “Abbiamo avuto a Roma incontri con vari rappresentanti del governo con cui abbiamo parlato dei problemi attuali, cioè delle difficoltà se i dazi fossero alzati al 30%. Occorre lavorare in sinergia per contenere il più possibile gli aumenti. Come operatore del sistema posso dire che forse le unità più grandi non avranno grossi problemi, mentre ostacoli ci sarebbero per le più piccole, così come per tutta l’accessoristica nautica. In questi giorni stiamo spendendo in Usa degli stock di emergenza dei vari sotto settori, materiali, ricambi e così via. E comunque il vero polso della situazione lo avremo a settembre quando ai grandi saloni nautici approfondiremo i problemi che indubbiamente ci sono”.

Il presidente del Distretto nautico della Toscana, Andrea Giannecchini, afferma “Come avvenuto finora, i grandi yacht da 35-40 metri in su non avranno verosimilmente difficoltà in quanto quasi tutti sono e saranno immatricolati al di fuori degli Usa. Qualche apprensione per quelli fino ai 15-18 metri ma che non sono prodotti nel nostro Distretto. L’accessoristica potrebbe avere un impatto negativo importante, però tutto da verificare numeri alla mano. Rovescio della medaglia: ci sono aziende e cantieri canadesi e del Sud America che stanno rivolgendosi a costruttori italiani della filiera dell’elettronica, dell’accessoristica allo stato dell’arte e di altri sotto settori specializzati, per evitare i dazi Usa. Un tema da sviluppare e che sembra interessante”. Da parte sua il direttore di Navigo, Pietro Angelini conferma: “Per prima cosa occorre sapere cosa includono e cosa escludono i dazi. Parlare di 30% così generico non vuol dire nulla. Vediamo i provvedimenti nello specifico. E poi eventuali criticità saranno forse sulle barche più piccole, mentre quelle grandi battono bandiera non Usa. Riguardo agli accessori, negli States non ci sono grosse aziende in grado di produrre quello che facciamo in Italia, dove siamo i migliori in questo settore. Aspettiamo e vediamo”.