MARTINA DEL CHICCA
Cronaca

"Ci hanno bussato e spinto dentro". Rapinati in casa, il racconto delle vittime

Il colpo è avvenuto poco dopo le 18 in una villetta lungo via Trieste a Lido di Camaiore. Lui 91 anni e lei 88, per trenta minuti sono rimasti in balia dei malviventi

L'intervento dei carabinieri

L'intervento dei carabinieri

Lido di Camaiore, 17 dicembre 2023 – Un sospiro profondo e poche parole: "Alla fine è andata bene". Con lucidità gli anziani coniugi cercano di riconquistare un po’ di serenità. Sono insieme, non hanno lividi, e l’incubo, ormai, sembra passato. Ma lo sguardo, stanco, racconta più di ogni altra parola della notte insonne, del batticuore, della paura vissuta durante l’incontro con i due banditi che venerdì sera si sono fatti aprire la porta e poi li hanno spinti dentro casa. E una volta dentro, con le minacce – "non ci hanno fatto del male" (almeno non fisico) raccontano –, li hanno costretti ad aprire la cassaforte per rubargli tutto ciò che di prezioso vi era stato custodito. Sono stati trenta minuti di terrore.

Lui ha 91 anni, lei 88. Vivono in una deliziosa villetta di via Trieste, a Lido di Camaiore. Strada che d’estate, con i villeggianti, si riempie di vita, di biciclette, di voci; ma che d’inverno invece si svuota. In strada non c’era nessuno ed era già buio, erano da poco passate le 18 di venerdì, quando l’anziana coppia è rientrata a casa dopo le solite commissioni. Non potendo nemmeno immaginare che qualcuno probabilmente li stava aspettando.

Proprio dietro le siepi di pitosforo, curate con amore, potrebbero essersi nascosti quei due uomini con il volto parzialmente travisato. I due rapinatori che adesso i carabinieri, diretti dal comandante Marco Colella, stanno cercando. Secondo quanto hanno potuto ricostruire, grazie alle testimonianze, avrebbero un marcato accento dell’Est Europa. E, ora, attraverso le telecamere che puntano sulla zona si cercherà di capire con che mezzo sono arrivati, che strada hanno preso per scappare. Dove si nascondono.

Gli anziani , che ieri mattina sono rientrati a casa dopo aver sporto denuncia nella stazione di via Manara a Lido, se la prendono un po’ anche con quel cantiere che "da un mese" blocca l’ingresso principale della sua abitazione. Alcune transenne circondano una buca che attende di essere rattoppata. Per questo, non potendo entrare nel giardino sfruttando il cancellino elettrico, da tempo il 91enne è costretto a passare attraverso l’ingresso secondario, dove il cancello, invece, si apre ancora a mano. E così, alla vecchia maniera, ha fatto anche venerdì. Tra scendere dall’auto, aprire l’inferriata, rimontare a bordo, parcheggiare e chiudere... "Ho perso un sacco di tempo" ha raccontato. Tempo che i banditi avrebbero guadagnato per mettere a punto il piano; e quando gli anziani coniugi sono arrivati di fronte all’uscio della villetta, infilata la chiave nella toppa e chiusa la porta alle spalle, sono entrati in azione. Qualcuno ha bussato. Gli anziani hanno aperto: "Siamo stati spinti in casa e poi..."

E poi , secondo quando hanno ricostruito i carabinieri, i rapinatori hanno chiesto soldi, gioielli, oggetti preziosi. Si sono quindi fatti indicare dov’era nascosta la cassaforte. E mentre uno guardava a vista gli anziani, l’altro avrebbe cominciato ad armeggiare con la cassetta di sicurezza. Per aprirla serviva però il codice, che in quel momento, di panico, la coppia non è riuscita a ricordare. Comunque la cassetta è stata aperta, e una volta preso ciò che volevano – i ricordi di una vita – i rapinatori sono fuggiti. Solo a quel punto gli anziani hanno potuto chiamare i soccorsi.

I carabinieri di Lido sono volati a sirene spiegate verso la villetta di via Trieste, e per tutta la notte sono rimasti accanto agli anziani. Cercando di infondere loro un po’ di forza, e preoccupandosi della loro condizioni di salute con il personale di un’ambulanza inviata dal 118. Anche il maresciallo della stazione, che era uscito per una cena fuori, ha lasciato tutti ii suoi impegni e si è precipitato dalla coppia: 179 anni in due. Potrebbero essere nonni per tanti di noi, dei militari che li hanno accuditi. E, forse, anche di chi venerdì sera li attesi sotto casa.