
Lo smottamento di uno degli argini della discarica avvenuto il 6 maggio 2024
I binari scorrono paralleli e come tali non si incontreranno mai, ma la distanza che li separa diventa sempre più abissale. Sul primo c’è "Programma ambiente Apuane", gestore di Cava Fornace, in pieno lavoro per rispettare due scadenze che sulla carta potrebbero sbloccare due temi fondamentali. Entro agosto la ditta presenterà alla Regione le integrazioni per riprendere il percorso del Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) e far così ripartire i conferimenti dei rifiuti per portarli fino a quota 98 metri. Dopo l’estate, invece, sarà chiusa la fase dell’emergenza legata al crollo di uno degli argini avvenuto il 6 maggio 2024 all’interno di Cava Fornace.
Sull’altro binario c’è invece il "Comitato cittadino contro la discarica", reduce da una nuova seduta della "Commissione Cava Fornace" che si è svolta a Montignoso con ennesimi battibecchi in quanto secondo il comitato la questione sta andando avanti all’infinito come se un anno fa non fosse successo nulla. Contattata dal nostro giornale, "Programma ambiente Apuane" spiega, in proposito, che in seguito al crollo era arrivata la diffida della Regione con lo stop all’attività e le prescrizioni a cui i gestori stanno ancora mettendo mano. La prospettiva, da qui ai prossimi mesi, è quella di chiudere la fase dell’emergenza completando le attività prescritte, in modo da riprendere l’autorizzazione attuale. Quanto invece al Paur, l’ultima proroga concessa dalla Regione scadrà il 30 luglio, giorno entro il quale il gestore consegnerà le integrazioni per riprendere il percorso. A pronunciarsi sull’autorizzazione per i nuovi conferimenti sarà la Conferenza dei servizi.
Tutto questo tra lo sconcerto del Comitato cittadino, che ha assistito alla prima seduta della neo presidente della "Commissione Cava Fornace" Michela Bertelloni, dicendosi deluso. "Hanno presentato un documento della Regione, con la proroga ai gestori per presentare il progetto di messa in sicurezza, di cui non sapevamo nulla – spiegano – tanto che siamo stati costretti a fare una richiesta d’accesso agli atti. La frana è stato un evento eccezionale che doveva far ripensare tutto, Paur incluso, come un campanello d’allarme. È una spada di Damocle, eppure tutti minimizzano. Arpat disse ’no’ ad altro percolato in fognatura e anche Gaia si è detta perplessa. Invece la commissione viene svilita e va avanti alla cieca, addirittura hanno detto che non vogliono più invitarci dopo gli ultimi battibecchi".